ULVER – Liminal Animals

Pubblicato il 06/12/2024 da
voto
7.5
  • Band: ULVER
  • Durata: 00:51:14
  • Disponibile dal: 29/11/2024
  • Etichetta:
  • House Of Mythology

Spotify:

Apple Music:

Dal punto di vista delle appartenenze, con gli Ulver siamo davanti ad uno dei fenomeni più bizzarri dell’intero comparto metal: sono tecnicamente usciti dall’universo estremo molti anni fa, eppure conservano il loro spazio nei media, nella scena e nel cuore di moltissimi metallari. Se volessimo addentrarci in questioni più profonde, forse è anche merito loro se un certo tipo di ambient, di elettronica e di sperimentazioni sono pian piano entrate nel panorama metal, soprattutto quello estremo, ma non divaghiamo.
E’ sempre stato un gruppo di rottura, quello di Garm e soci, e l’avevamo visto fin da subito nel periodo propriamente black metal, quando inanellarono in sequenza un disco differente dall’altro, nemmeno nell’ordine in cui ‘avrebbero dovuto essere’: è facile ricordare infatti come il tradizionalissimo “Nattens Madrigal” sia stato il loro commiato al black metal, uscito dopo un’opera ben più complessa come “Bergtaat” e un disco folk-acustico splendido ma spiazzante come “Kveldssanger”. Nonostante tutto questo, la straordinarietà degli Ulver – oltre a quella implicita musicale – è di essere riusciti a portarsi dietro praticamente tutto il loro pubblico nella prima parte di carriera e una buona parte nella seconda, quella delle prime sperimentazioni, tutte piuttosto varie.
Esiste, a parere di chi scrive, un terzo periodo più recente dove ormai qualsiasi tipo di paragone con il metal è superfluo (anche per opposizione, da sempre approccio deliziosamente metal) e i nostri si sono incamminati verso territori completamente ‘altri’. Eppure, anche nel 2024, parte del ‘mondo metal’ è ancora in attesa del nuovo Ulver e anche stavolta siamo qui a parlarne.
“Liminal Animals” esce abbastanza a sorpresa, dopo aver pubblicato qualche pezzo qua e là e – per darci le coordinate giuste fin dall’inizio – si pone come continuazione di “The Assassination Of Julius Caesar” e di “Flowers Of Evil” più che di “Scary Muzak”. Siamo nuovamente di fronte a darkwave, synthwave ed eletro-pop: un genere in cui emergono canzoni strutturate e manca praticamente sempre l’apertura sonora di derivazione cinematografica o ambient che aveva caratterizzato forse il terzo più che gli altri due lavori citati poc’anzi. Sin dalle note che presentano l’album si respira aria di libertà e di distacco da percorsi promozionali predefiniti: ciò che emerge è invece la necessità che gli Ulver continuano a sentire di creare e pubblicare musica qui ed ora.
Non facciamoci ingannare, però, in quanto una strategia precisa c’è: il disco è disponibile in digitale da qualche giorno, mentre per i formati fisici bisognerà aspettare fino alla prossima primavera. Nulla è a caso, insomma, piuttosto si rimarca sempre la forte volontà artistica di percorrere strade personali anche nei modi di proporsi al pubblico.
“Liminal Animals” è un lotto di nove canzoni che, come detto, prosegue la strada di “Flowers Of Evil”, progredendo sulle strutture electro-pop e synthwave. Se “Flowers…” sin dal suo concept manteneva una certa oscurità e esibiva passaggi piuttosto dark, “Liminal Animals” è più rilassato, almeno musicalmente: “A City In The Skies” è molto vicina al pop-rock sintetico di matrice anglosassone degli anni Ottanta, “Forgive Us” è un brano atmosferico condito dal suono di una tromba jazz, “Hollywood Babylon” si avvicina pericolosamente alla synthwave di Carpenter Brut e Perturbator (e ci rendiamo conto di come le collaborazioni dello stesso Garm degli ultimi anni con soprattutto il primo abbiano lasciato il loro segno, altroché). Anche gli altri episodi del disco si muovono su territori affini, facendosi notare per buone melodie e qualche ritornello sufficientemente ficcante che lo tiene piacevolmente in vita.
A pensarci bene, ciò che resta di metal negli Ulver fino alla fine sono sempre i testi – spesso abrasivi e cinici – che si abbinano per contrasto al sound rotondo e rilassato. Tutto il resto è ormai lontano chilometri e tutto sommato va bene così.
Concludiamo: se proprio dovessimo confrontare “Liminal Animals” con il passato (o almeno con il passato con cui ha senso) preferiamo ancora “Flowers Of Evil”, ma “Liminal Animals” il suo pubblico ce l’avrà, anche stavolta. Metal o non metal, non importa.

TRACKLIST

  1. Ghost Entry
  2. A City in the Skies
  3. Forgive Us
  4. Nocturne #1
  5. Locusts 5:36
  6. Hollywood Babylon
  7. The Red Light
  8. Nocturne #2
  9. Helian (Trakl)
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.