7.0
- Band: UNCLE ACID AND THE DEADBEATS
- Durata: 00:50:31
- Disponibile dal: 15/04/2013
- Etichetta:
- Rise Above Records
- Distributore: Audioglobe
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Terzo rituale sonoro per gli Uncle Acid And The Deadbeats, quartetto di Cambridge che si colloca con tutti i diritti tra i nomi di quel revival seventies hard rock dai marcati connotati doom esploso da qualche anno a questa parte. Se Pentagram e Black Sabbath sono il vostro credo e Graveyard, Blood Ceremony, Witchcraft e The Devil’s Blood sono gli adepti in cui vi immedesimate ad ogni ascolto, allora “Mind Control” è un lavoro da prendere in considerazione ad occhi chiusi. Non molte le novità e le varianti proposte, tuttavia i Nostri possono contare su un apparato strumentale solido e sufficientemente ispirato: l’approccio alla materia è di quelli prevalentemente votati alla psichedelia, molto più rock che prettamente heavy, senza però disdegnare l’uso delle ben note ritmiche scuola Iommi a sottolineare i momenti più orrorifici. Non mancano gli influssi space rock degli Hawkwind, sporadici nella prima parte e più in rilievo nella seconda metà dell’opera, caratterizzata da suoni e sensazioni che perdono la percezione della realtà e si inabissano in un’atmosfera onirica, a tratti esoterica. Una musica ricca di elementi, ben amalgamati in un contesto che non lascia certo spazio a chissà quali alterazioni, autoironici nel presentare ad ogni pezzo una sorta di luogo comune dell’intero immaginario occulto (non siamo così ingenui da prendere sul serio titoli come “Poison Apple” o “Valley Of The Dolls”). La proposta piace proprio perché consapevole dei suoi limiti, quei limiti dei quali la band riesce a fare tesoro per confezionare un prodotto che riesce ad essere genuino e “fresco” senza rinunciare alla tradizione, a quelle mummie in soffitta piene di polvere e ragnatele. Vengono tirati in ballo anche i The Beatles e quel pop rock sussurrato che farà la gioia dei puristi, non solo, anche elementi tribali, dilatazioni fumose o delle semplici melodie inattese (sentite “Devil’s Work”). In certi momenti si riesce addirittura a sentire una versione dei Ghost più consapevole dei propri mezzi e capace di creare veri e propri momenti di pathos arcano. Insomma, in “Mind Control” ci sono tutti gli elementi giusti per erigere una messa demoniaca come si deve, fedele a se stessa e ingegnosa nel metterci un filo di macabra ironia. Finché esisteranno lavori di questo tipo, il genere è salvo.