• Band: UNCLE ACID AND THE DEADBEATS
• Durata: 01:17:56
• Disponibile dal: 10/05/2024
• Etichetta:
• Rise Above Records

A quindici anni dallo loro fatidica formazione, gli Uncle Acid And The Deadbeats si sono ritagliati nel tempo un cupo ed oscuro angolo personale nel folto reame post-sabbathiano della musica heavy, cesellato con personale maestria intorno a concetti di psichedelia, doom, garage rock ed occult music, seguiti in realtà sempre secondo un piglio del tutto eccentrico.
Gli esordi tumultuosi del primo volume e del successivo “Blood Lust”, la sedimentazione del proprio stile in “Mind Control” e “The Night Creeper” e le istanze sperimentali di “Wasteland” hanno del resto segnato uno sviluppo fruttuoso e costante nella discografia degli inglesi, che sospinti dalla pesante effige del mastermind Kevin Starrs, arrivano oggi al progetto artistico più ambizioso mai affrontato in una carriera comunque votata alla trasformazione ed il cambiamento. L’amore incondizionato per l’horror ed il mistero da parte di Uncle Acid è sicuramente cosa nota, come testimoniano gran parte dei testi passati e dell’iconografia da sempre a loro associata, ma ecco che in questa occasione la lente dell’artista si stringe con interesse quasi maniacale sull’iconico segmento del ‘giallo’ e del genere definito ‘poliziottesco’, una maniera tutta italiana di interpretare i polizieschi particolarmente in voga nella metà degli anni Settanta, ed affrontato da Starrs in prima persona.
Invece che limitarsi alla scrittura di una colonna sonora di un film mai esistito infatti, Kevin si spinge oltre, dedicandosi alla stesura di una vera e propria sceneggiatura che prende vita tra i solchi del nuovo album “Nell’Ora Blu”. In maniera del tutto rigorosa e fedele, si è scelto di dare lingua e voce italiana a tutti i dialoghi del ‘film’, inserendo persino la partecipazione di alcuni nomi di lusso dell’epoca come quelli di Franco Nero ed Edwige Fenech, chicche dal sapore filologico che testimoniano la cura reverenziale dell’autore verso il genere con cui è andato a confrontarsi.
Senza scendere troppo nei dettagli della narrazione, possiamo anticipare che ci troviamo di fronte ad una storia violenta, vendicativa, musicata quasi interamente dal solo Uncle Acid a tutti gli strumenti, con pochissimo spazio lasciato agli altri componenti della band. Ne consegue un ridimensionamento radicale della matrice rock all’interno del lavoro: la funzione della musica, mai come oggi, è quella di esaltare le varie atmosfere suscitate dalla storia, abbandonando definitivamente una rigida partizione stilistica ed avvicinandosi il più possibile alle nebbiose atmosfere italiane che ammantavano le pellicole di quegli anni.
Ecco quindi che le distorsioni appaiono di rado, così come gli interventi in cui la band suona effettivamente tutta insieme: largo spazio invece viene lasciato agli opprimenti tappeti di synth che punteggiano i dialoghi, le inquietanti melodie degli arpeggiatori, lunghe sessioni dal sapore improvvisato e cori armonizzati che ricordano qua e là le migliori composizioni di Simonetti, Frizzi, Morricone e tutta l’immortale scuola italiana della musica per film.
Lungo, estenuante, eterogeneo e poco rock, nonché facilmente appetibile praticamente solo per il pubblico italiano (vista la facilità non scontata con cui possiamo seguire le vicende che avvengono durante l’ascolto), “Nell’Ora Blu” si configura come un tassello del tutto particolare nella discografia dei The Deadbeats, un sogno nel sogno del loro padre indiscusso che avrebbe potuto essere pubblicato come progetto solista, ma che accetta invece la sfida di inserirsi con una coerenza mirabile lungo il percorso della sua band madre e spalancando la concezione di colonna sonora, musica heavy e mistero verso nuove, eccellenti fusioni.