8.0
- Band: UNCLE ACID AND THE DEADBEATS
- Durata: 00:58:56
- Disponibile dal: 03/09/2015
- Etichetta:
- Rise Above Records
- Distributore: Audioglobe
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Due anni fa il disco “Mind Control” ha permesso agli Uncle Acid & The Deadbeats di vivere un’importante momento sotto i riflettori e di essere scelti come band di apertura per le date inglesi dei grandi Black Sabbath. La formazione di Cambridge, forte dell’esperienza accumulata in questo lasso di tempo, torna con il suo lavoro più ambizioso, “The Night Creeper” , disco che mostra un’evidente evoluzione e maturazione a livello di song writing. Se i punti di partenza di brani come “Waiting For Blood” e “Murder Nights” continuano ad essere gli insegnamenti di Tony Iommi e dei suoi Black Sabbath, è impossibile ignorare la miriade di influenze e particolari con sui sono adornate le canzoni. Le linee vocali trasudano una sofferta malignità, in alcuni momenti pare di trovarsi dinnanzi a tormentate litanie che fanno gelare il sangue nelle vene. La componente psichedelica permea tutto il disco in modo oculato, mai preponderante. “Pusher Man” viene costruita su riff stoner che hanno l’intento di ipnotizzare l’ascoltatore, di mandarlo in catarsi con note acide e ripetute continuamente. La strumentale “Yellow Moon” viene costruita su una melodia molto semplice, gli strumenti ridotti all’osso, ma non suona mai banale, grazie ad una delicatezza che richiama i Pink Floyd. I suoni di “The Night Creeper” hanno un gusto analogico, non sono stati violentati dai moderni artifizi tipici delle produzioni più attuali ed è un piacere ascoltare l’acidità dei riff di chitarra, le parti di batteria non triggerate e la sinistra voce di Kevin Ryan amalgamarsi in modo spontaneo e naturale. Il brano più ambizioso del disco dura oltre nove minuti, “Slow Death” racchiude rock anni Settanta, space rock,metal, psichedelia ed un tocco di atmosfere doomish, il tutto senza mai suonare datato o scontato. Tutta la musica appare legata da un filo conduttore, è come se stessimo ascoltando un unico lungo brano, pieno di sfaccettature e colorazioni cupe, diviso in dieci sub-capitoli. Gli Uncle Acid & The Deadbeats si sono superati, il loro quarto studio album è la quintessenza della loro musica, che ha saputo in un certo senso estremizzare e contaminare ulteriormente quanto già sentito nei pur ottimi lavori passati.