7.5
- Band: SPECTRAL VOICE , UNDERGANG
- Durata: 00:33:07
- Disponibile dal: 09/06/2023
- Etichetta:
- Extremely Rotten Productions
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Pubblicato a sorpresa in concomitanza con l’esibizione delle due band al recente Unearthed Morbidity festival di Copenhagen, lo split in oggetto è da considerarsi tra le uscite più importanti di questa annata death metal. Con Undergang e Spectral Voice parliamo a tutti gli effetti di due pesi massimi della scena old school death metal contemporanea, entrambi a loro modo protagonisti nel rilancio e nel consolidamento di una corrente musicale oggi amatissima nell’underground. Quest’opera ‘a quattro mani’ era in cantiere da tempo, ma gli impegni dei musicisti delle due band e i vari ritardi accumulati a causa della pandemia hanno continuamente fatto slittare la sua data di uscita, fino a portare i Nostri alla decisione di lanciarla proprio in occasione dell’inizio dello speciale evento in terra danese.
Lo split viene aperto dagli Undergang con tre pezzi che sembrano volere ampliare il discorso avviato con l’eccellente ultimo full-length, “Aldrig I Livet”. Dopo essersi riconfermati su alti livelli, con un disco che all’epoca della sua pubblicazione fu una vera e propria rivelazione, a cavallo tra un sapiente death-grind ‘adulto’ e nuove potenzialità espressive garantite da un rinnovato interplay fra le due chitarre, la band di Copenhagen impacchetta un’altra (breve) tracklist di elevata concezione emozionale, dove tutto appare attentamente dosato e inserito in un contesto che sa risultare elaborato e al contempo spontaneo. Ascoltando i tre episodi proposti, si ha l’impressione che David Mikkelsen e compagni abbiano attraversato un periodo di particolare infatuazione nei riguardi di un “Necroticism – Descanting the Insalubrious”, tanto la zigzagante impronta ritmica, vagamente progressiva, del materiale tende a ricordare il capolavoro dei maestri. Resta ovviamente al suo posto anche quella genuina componente malsana e triviale da sempre tra i marchi di fabbrica della band, ma quanto qui offerto appare più che mai incline alla elaborazione di un sound più sinuoso, in cui la melodia riesce anche a ritagliarsi un suo importante peso. Un ascolto avvincente che dimostra di nuovo come il gruppo danese abbia continuamente voglia di reinventarsi dietro alla sua facciata di brutale e ignorante formazione death-grind.
Dal canto loro, gli Spectral Voice rispondono con una singola traccia di quasi quattordici minuti con la quale passano in rassegna tutte le storiche caratteristiche del loro tetro sound death-doom. Un brano, questo “Craving Final Impasse”, dal peso specifico ragguardevole, costruito su mutazioni di atmosfera significative, con i soliti riff solenni e stentorei alternati a quei sibillini arpeggi di chitarra che da sempre il gruppo impiega con grande frequenza, come se chiamato a spingere una nebbia sulle torbide acque di un lago. Una musica che evoca immagini e che trasporta in dimensioni altre, con un’impronta a tratti violenta, a tratti oscura e decadente; un death-doom ‘da viaggio’, ipnotico ma al contempo mai ripetitivo. Una potenziale colonna sonora, aspetto fondamentale che caratterizza molte delle tracce più dilatate del gruppo statunitense.
Negli ultimi anni, tre di questi quattro musicisti sono stati molto impegnati con i Blood Incantation, ma è difficile che i veri appassionati di questo filone si siano dimenticati del valore degli Spectral Voice, tra i primi a riportare in auge il suono di pionieri come Disembowelment, Rippikoulu e Abhorrence e a proiettarlo verso nuovi fasti. La loro metà di questo split conferma tutta la competenza dei ragazzi americani, il loro tocco ormai inconfondibile, tanto nell’esecuzione quanto nelle scelte di produzione. In attesa di capire se e come la loro carriera andrà avanti, raccomandiamo vivamente l’ascolto di questo singolo episodio.