8.0
- Band: UNDERGANG
- Durata: 00:47:28
- Disponibile dal: 01/02/2012
- Etichetta:
- Xtreem Music
Spotify:
Apple Music:
Tornano gli Undergang, alfieri danesi del death metal più bestiale e senza compromessi oggigiorno in circolazione. All’insegna del motto “formula vincente non si cambia”, “Til Døden Os Skiller”, secondo full-length della band di Copenaghen, riprende il discorso cominciato un paio di anni fa con “Indhentet Af Døden”, inanellando otto brani di pura degenerazione death-doom, ancorata a classicissime sonorità vintage e dominata da suoni a dir poco grezzi e live. Leader dell’underground della capitale danese (da tempo ribattezzata Kill Town) – un vero coacervo di marciume e depravazione in cui realtà di metal estremo, punk, grind e crust-hardcore coesistono e vanno più che volentieri a braccetto, influenzandosi a vicenda – il terzetto guidato dal chitarrista/cantante David “Torturdød” Mikkelsen traina un mostro sonoro incentrato su un connubio tra chitarre pesantissime, una vocalità inumana dalla vena psicotica e una sezione ritmica che scandisce un passo secco e quadrato, il tutto a disegnare scenari da film horror/gore anni ’80. Meno rapido ed essenziale rispetto al già semi-leggendario debut – cosa dovuta in primis all’ampliamento delle parti doom – “Til Døden Os Skiller” regala a chi lo incontra quasi una cinquantina di minuti di sonorità debordanti, dall’indole caustica e totalmente irriducibile, riuscendo a rispettare tutti i classici canoni del genere senza per questo risultare anonimo o scontato, ma, anzi, irretendo per il suo incredibile e innato gusto dell’orrido. Ciò che, in effetti, più colpisce di un gruppo come gli Undergang è il categorico rifiuto di offrire qualcosa che possa anche solo vagamente accattivarsi la simpatia dell’ascoltatore, indipendentemente dal fatto che esso sia un neofita o un gran patito del genere. Anche coloro che hanno familiarità con un certo tipo di proposta old school non potranno infatti fare a meno di notare come la band abbia questa straordinaria capacità di mettere il “brutto” in musica. Il sound non solo è pesante e bellicoso; esso può vantare una sporcizia a livello formale e concettuale che spesse volte va ben oltre il normale revival vecchia scuola che da qualche tempo ha preso piede nella scena death metal. Gli Undergang, per intenderci, non si affidano a una produzione rozza perchè oggi è “cool”, nè giocano a fare i punk giusto per apparire un po’ più slabbrati rispetto alla death metal band media. Gli Undergang SONO volgari e ignoranti… non fingono nè ostentano. Non ne hanno il bisogno. Un brano come “Stranguleret” parla chiaro: non si può studiare a tavolino un tale dispiegamento di barbarie. Bisogna essere dei veri barbari per riuscire a compromettere ulteriormente gli aspetti più marci delle storiche release di gente come Autopsy, Incantation, Rottrevore e primissimi Grave. Insomma, è soprattutto la genuinità di tale depravazione a farci accapponare la pelle.