6.5
- Band: UNDEROATH
- Durata: 01:00:00
- Disponibile dal: 06/11/2012
- Etichetta:
- Solid State Records
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Gli Underoath lasciano le scene dopo una carriera certo travagliata, ma altresì costellata di successi. Da qualche tempo – soprattutto dalla dipartita del batterista, cantante e leader Aaron Gillespie – il gruppo è apparso disorientato e tutt’altro che sereno, tuttavia è difficile dimenticare che i floridiani siano stati per diversi anni il nome di punta del cosiddetto “screamo” del nuovo millennio e di certa frangia melodic metal-core, grazie in primis a opere di enorme successo commerciale come l’orecchiabilissimo “They’re Only Chasing Safety” o il ben più cupo e strutturato “Define The Great Line”. A circa quindici anni dalla fondazione, giunge quindi per questi ragazzi il momento di chiudere e di tirare le somme: è già in programma un tour di addio per il 2013, ma ovviamente non poteva mancare all’appello il più classico dei “best of”, compilato dai Nostri con il supporto della Solid State Records, loro partner di vecchia data. “Anthology 1999-2013”, come già dichiara il titolo, prende in esame l’intera discografia degli Underoath, proponendo una tracklist stilata in un ordine cronologico rovesciato, partendo cioè dalle esperienze più recenti e indicando via via le più lontane nel tempo. Si passa così dagli inediti “Sunburnt” e “Unsound” – sullo stile dell’ultimo “Ø (Disambiguation)” ma più ariose nel cantato – a varie hit del passato recente estratte dagli album citati in apertura, per arrivare quindi al vecchio singolo “I’ve Got Ten Friends…”, ai primi esperimenti melodici di “The Changing Of Times” e, ormai a lotto quasi terminato, allo pseudo death-black-core di “Cries Of The Past” e al metal-core grezzo (e trascurabile) del debut “Act Of Depression”. La raccolta si dimostra quindi completa e rende omaggio persino al passato remoto della formazione, la quale, come solo pochi sanno, agli esordi era votata a un sound ben più aggressivo di quello con cui è “esplosa” qualche anno più tardi. In definitiva, anche se di certo non si può definirlo un prodotto indispensabile, “Anthology 1999-2013”, se preso per ciò che è, si concretizza come un biglietto da visita – o come uno spaccato – accurato di una band che, piaccia o meno, ha fatto la storia di certa musica “alternativa” del nuovo millennio. Neofiti o curiosi potrebbero prendere nota…