7.0
- Band: UNDEROATH
- Durata: 00:41:00
- Disponibile dal: /09/2008
- Etichetta:
- Virgin
Mantenendo il ritmo di un album ogni due anni, gli Underoath partoriscono la loro sesta fatica sulla lunga distanza, questa volta guardandosi però bene dal prendere troppo nettamente le distanze dal disco precedente, quel “Define The Great Line” che ne ha definitivamente consolidato lo status di leader nella scena “screamo”/metal-core. Insomma, altro che “persi”… gli Underoath di “Lost In The Sound Of Separation” sembrano assolutamente consci dei loro mezzi e più che mai inclini a ribadire i concetti espressi due anni fa. Un album dunque un po’ più monotono di quello che ci si poteva inizialmente aspettare, ma che presenta comunque momenti di assoluto rilievo. Dall’iniziale “Breathing In A New Mentality”, in cui lo screaming di Spencer Chamberlain ha campo libero su una delle tracce più aggressive e dirette della recente produzione dei nostri, si passa a composizioni dall’incedere più variegato come “Emergency Broadcast / The End Is Near”, “The Only Survivor Was Miraculously Unharmed” e “Too Bright To See, Too Loud To Hear” (che, ad essere sinceri, a tratti ricorda un po’ troppo i Deftones di “White Pony”), le quali ricalcano sì percorsi già visti, ma che riescono ugualmente a mantenere alto il carico emotivo. “Desperate Times, Desperate Measures”, uno dei pezzi più catchy della tracklist, ha invece una distinta attitudine “screamo” che causerà inevitabili paragoni con le vecchie “Writing On The Walls” o “In Regards To Myself”, mentre la conclusiva “Desolate Earth / The End Is Here” riesce a risultare drammatica grazie a un bel connubio fra campionamenti, piano e archi. Di buona fattura pure il resto del materiale, anche se effettivamente poco o nulla fa davvero gridare al miracolo, essendo il tutto molto in linea con quanto già offerto sul penultimo full-length. Insomma, questa volta il più grande merito degli Underoath è quello di avere realizzato un disco comunque gradevole pur rimanendo quasi del tutto fermi sulle posizioni di due anni fa. I fan più attenti probabilmente noteranno qualche riff heavy e qualche inserto di doppia cassa in più del solito, ma, alla fine dei conti, “Lost In The Sound Of Separation” apparirà praticamente come la seconda parte di “Define The Great Line”.