UNDERTAKERS – Dictatorial Democracy

Pubblicato il 25/10/2020 da
voto
7.0
  • Band: UNDERTAKERS
  • Durata: 00:32:45
  • Disponibile dal: 30/10/2020
  • Etichetta:
  • Time To Kill Records
  • Distributore: Goodfellas

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Non è certo facile per una band ripartire dopo la scomparsa di un proprio membro. Gli Undertakers ci hanno messo cinque lunghi anni a leccarsi le ferite, ma sono infine ritornati tra noi, per quanto in misura ridotta. Innanzitutto in termini di line-up, visto che restano come componenti ufficiali i soli membri storici Enrico Giannone e Stefano Casanica; è poi la natura stessa di questo ritorno discografico a farne un riavvio parziale, per quanto prezioso: “Dictatorial Democracy” offre infatti tre soli brani inediti, ma resta comunque un ottimo punto di partenza per (ri)scoprire la band napoletana. Il resto dell’album è costituito da una selezione di brani ripescati dai loro due full-length ufficiali e da altre uscite ‘minori’, tra cui brillano le ferocissime cover dei Suicidal Tendencies (“Fascist Pig”) e dei 99 Posse (“Ripetutamente”), che – se mai ce ne fosse bisogno – confermano con fierezza dove batta, politicamente, il cuore di questi terroristi sonori. Parliamo di circa trent’anni di carriera che ben rappresentano la storia del grindcore italiano, e soprattutto all’italiana, grazie a un sound peculiare che ha sempre spaziato dal puro death a sprazzi di hardcore, e che non a caso aveva permesso agli Undertakers, negli anni d’oro, di suonare in prestigiosi festival europei. Il prolungato stop non sembra aver intaccato le capacità della band, che in apertura di disco ci propone appunto tre inediti trascinanti, grezzi e malati, eppure supportati dalle consuete doti tecniche. “Best Hate” ha la cadenza euforica e folle dei Napalm Death, la titletrack intreccia linee vocali più cupe a chitarre squillanti, con un risultato piuttosto alienante, mentre “Religion Is A Crime”, come da titolo, è un’invettiva selvaggia retta da un riff circolare e da un cantato quasi hardcore. Il resto delle tracce è riproposto senza vezzi o rimasterizzazioni, ma come detto la selezione pesca anche tra brani il cui reperimento non era fin qui facile, garantendo così piena promozione e pari supporto a questi redivivi becchini.

TRACKLIST

  1. Best Hate
  2. Dictatorial Democracy
  3. Religion Is A Crime
  4. I’m The Motherfucker
  5. Fascist Pig
  6. Ripetutamente
  7. My Pride
  8. The Night Of Bastards
  9. It’s Time To Die
  10. The Riotmaker
  11. Society Vs Society
  12. Human Decline
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