UNEARTH – Watchers Of Rule

Pubblicato il 11/11/2014 da
voto
8.0
  • Band: UNEARTH
  • Durata: 00:35:05
  • Disponibile dal: 28/10/2014
  • Etichetta:
  • Century Media Records
  • Distributore: Universal

Spotify:

Apple Music:

Dopo qualche anno di silenzio è con sommo piacere che accogliamo il ritorno sulle scene degli Unearth, da sempre uno dei gruppi più solidi e credibili del panorama metalcore. Il quintetto di Boston è esploso proprio durante il periodo in cui impazzavano i nomi di gruppi come As I Lay Dying, Killswitch Engage, Trivium, Bullet For My Valentine e via dicendo riscuotendo sì un buon successo (soprattutto negli USA), ma rimanendo sempre leggermente in secondo piano. Forse perché nelle loro canzoni non ci sono mai stati i classici ritornelli in clean vocals che hanno caratterizzato il 99% delle uscite discografiche di quel genere, oppure perché i loro brani hanno sempre avuto un sogwriting più elaborato ed un filo meno catchy. Sia ben chiaro che stiamo parlando comunque di una proposta ampiamente accessibile ad un pubblico sì vasto, ma comunque già abituato ad ascoltare metal più estremo. Per contro, non crediamo di dire un’eresia se affermiamo che molti gruppi dello stesso genere nati in quel periodo hanno avvicinato velocemente molti nuovi ascoltatori ascoltatori al metal, spesso anche fruitori occasionali che si sono poi allontanati altrettanto rapidamente una volta scemato l’entusiasmo che è gravitato per un po’ di tempo attorno alla scena di quegli anni. Ma il tempo passa inesorabilmente, e se pian piano i nomi grossi hanno iniziato a vacillare, vuoi per dissidi all’interno delle singole band, vuoi perché non si è poi riusciti a trovare un rinnovamento (se non nel djent, ma questo è un altro discorso che non affronteremo in questa sede) oppure anche semplicemente per l’incapacità di continuare a scrivere pezzi che si assestassero su un livello qualitativo almeno discreto, uno dei pochissimi gruppi che non ha praticamente mai tradito le aspettative dei fan sono proprio gli Unearth. Unearth che oggi ritornano con un disco che sembra essere stato composto quasi dieci anni fa, tra “III: In The Eyes Of Fire” e “The March”, e che asfalta letteralmente tutta una serie di inutili uscite discografiche di band che un tempo erano ben più note del combo di Boston. I Nostri hanno trovato in Nick Pierce (ex The Faceless) un nuovo batterista e, anche se ad oggi non ci è dato sapere se questi abbia partecipato alla fase compositiva, sicuramente il sound ha risentito in positivo del suo arrivo, divenendo più tecnico, dinamico e ambizioso. Archiviati definitivamente anche i pallidi tentativi di chorus che di tanto in tanto apparivano in passato, si torna a viaggiare a pieni ritmi tra affilatissimi riff di matrice thrash, assoli curatissimi e terribilmente efficaci ad opera dalla mai doma coppia di asce Susi – McGrath, da sempre una garanzia in termini di qualità e quantità di idee buttate sul piatto. E poi ci sono i breakdown: da sempre a parere di chi scrive uno dei principali punti di forza di questo gruppo, in grado di dare una spinta fondamentale alle composizioni, spezzandole sì, ma senza forzature o cali di tensione, ma aizzando ulteriormente l’ascoltatore verso slogature e strappi di collo e braccia per sfogare le quintalate di adrenalina che immergono i timpani di chiunque avrà la voglia di dedicarsi all’ascolto di “Watchers Of Rule”. Ora, alzi la mano chi non riesce più ad ascoltare un album di questo genere senza sgretolarsi (scusate il francesismo) i coglioni delle solite quattro soluzioni ritmiche, dei pezzi mosh che ormai sono soprannominati “pezzi skip” e dei ritornelli pop piazzati in mezzo ai brani a far scendere irreversibilmente la catena. Ora, se anche voi avete alzato la mano, se pure voi magari siete stati fan di questa scena durante i suoi anni di massimo splendore ma poi siete rimasti stomacati dall’abbondanza di uscite discografiche che hanno letteralmente invaso il mercato per anni, con questo disco potreste davvero fare pace col genere, effettuando un tuffo nel recente passato ed esaltandovi ancora una volta per un riff scippato alla scena swedish e un frangente cadenzato… e magari inizierete anche voi a sentirvi un po’ come quei veterani nostalgici che “dopo il 1979 non è più uscito un disco decente” e sposterete soltanto la data oltre la quale, a vostro parere non è uscito più nessun disco decente. Però ricordatevi poi che “Watchers Of Rule” è stato scritto nel 2014.

TRACKLIST

  1. Intro
  2. The Swarm
  3. Lifetime In Ruins
  4. Guard Of Contagion
  5. From The Tombs Of Five Below
  6. Never Cease
  7. Trail Oo Fire
  8. To The Ground
  9. Burial Lines
  10. Birth Of A Legion
  11. Watchers Of Rule
7 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.