7.5
- Band: UNETHICAL DOGMA
- Durata: 00:23:23
- Disponibile dal: 11/10/2024
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Degli Unethical Dogma abbiamo parlato ad inizio 2024, in occasione del loro precedente EP “Dusk”; meno di dodici mesi dopo, i nostri ci riprovano a stretto giro di boa con altri venti minuti di musica abbondante, per ora apparentemente distribuita solo in digitale.
Non è molto difficile realizzare come “Dawn” sia la continuazione concettuale del precedente lotto di canzoni che – narrativamente – stavolta affrontano le ore notturne, partendo dalle due di mattina fino all’alba delle sei.
Se “Dusk” era formato da cinque pezzi, qui stavolta siamo a sette, anche se “03:30am” e “04:30am” sono due interludi oscuri, impostati primariamente su arpeggi di chitarra (il primo) e sulle tastiere (il secondo). Musicalmente, i veneti Unethical Dogma sembrano voler continuare il loro percorso attraverso djent, nu metal e un pizzico di swedish death metal modern,o come ad un certo punto è stato fatto in carriera da Scar Symmetry e Soilwork (influenza che emerge soprattutto in “VHS – 05.00am”).
Il suono di base è quello dei Meshuggah, dei Periphery e del citato djent, ma nella costruzione dei pezzi chitarra, batteria e anche voce indugiano talvolta in territori più ampi richiamando spesso – come già detto anche in passato – la scena ‘moderna’ e ‘crossover’ dell’ultimo ventennio; è una modernità quindi anche paradossalmente classica quella dei nostri, visto che alcuni riferimenti musicali degli Unethical sono in giro ormai da più di venticinque anni. Non riteniamo sia questo comunque un aspetto importante per inquadrare “Dawn”, mentre lo è rimarcare come le atmosfere plumbee facciano sempre davvero parte del suono complessivo dei nostri.
La storia narrata nei due EP è ovviamente legata alla follia e al disagio notturno e, dopo ripetuti ascolti, possiamo dire che i cinque sono davvero in grado di mantenere alta l’attenzione per i circa ventiquattro minuti proposti. I momenti migliori sono sicuramente la citata “VHS”, con la linea melodica di voce più memorabile e “Atelophobia – 03.00am”, che vive di una struttura complessa e di vari umori, a partire dalle parti di chitarra pulite e distorte che si accavallano nella prima parte per finire con la caotica esplosione elettrica della seconda.
Ci sono miglioramenti da “Dusk”? Sì, i brani sembrano più coesi fra loro e contribuiscono a rafforzare l’identità della band, anche se rimangono comunque in linea con i precedenti e sarebbe sbagliato aspettarsi chissà quale cambio di rotta, essendo una continuazione narrativa. In conclusione, abbiamo apprezzato nuovamente gli Unethical Dogma e ci piacerebbe, ora, vederli approdare ad un contratto con una label e a calcare qualche palco in vista, perché ci pare che lo meritino.