7.5
- Band: UNFATHOMABLE RUINATION
- Durata: 00:19:07
- Disponibile dal: 28/05/2021
- Etichetta:
- Willowtip Records
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Un po’ come gli amici/colleghi Katalepsy, gli Unfathomable Ruination rischiano di confermarsi un gruppo per pochi. Troppo moderni e ‘cafoni’ per il pubblico death metal conservatore, troppo pesanti e cervellotici per quella frangia più giovane di pubblico che ultimamente sta divorando le uscite death-core targate Unique Leader. Una riflessione che comunque – dati alla mano – nulla ha a che vedere con la qualità media delle opere finora licenziate dal quintetto britannico, le quali si sono sempre attestate su livelli autorevoli di ispirazione e freschezza presentandoci, di volta in volta, una realtà sicura di sé e della propria estetica musicale.
E il discorso si ripete anche in occasione del nuovo “Decennium Ruinae”, EP di quattro brani (tre inediti e una versione aggiornata del mini-classico “Suspended in Entropic Dissipation”) registrato durante il lockdown dello scorso anno e celebrativo dei primi dieci anni di attività della band, il quale riparte dalla fluidità strutturale dell’ultimo “Enraged & Unbound” per fare un punto della situazione e guardare con ostinata ferocia e ambizione al futuro. Poco meno di venti minuti di musica che riepilogano con il solito mix di esuberanza tecnica e digressioni ‘catchy’ la proposta dei Nostri, discepoli a 360° di buona parte del cosiddetto filone ‘brutal’: dai veterani Suffocation e Cryptopsy ai comunque autorevoli Defeated Sanity e Beheaded, passando per formazioni sulla carta più ‘trendy’ come la meteora Cerebral Bore o i maltesi Abysmal Torment, gli Unfathomable Ruination si rendono protagonisti dell’ennesima tracklist in cui – al netto del quoziente di difficoltà espresso – tutto sembra scorrere coerentemente nella direzione preposta, provocando una scarica tellurica in grado anche di sposare inaspettate variazioni sul tema (si sentano le melodie epiche della conclusiva “Disciples of Pestilence”).
Un’uscita minore soltanto sulla carta, quindi, baciata da una resa sonora più profonda e dinamica quella del succitato full-length del 2019 e consigliatissima sia ai fan di lunga data (ovviamente) che ai neofiti di turno. Dopo quello degli Hideous Divinity, un altro ottimo EP proveniente dalle regioni più moderne e frenetiche del panorama death metal internazionale.