UNISON THEORY – Arctos

Pubblicato il 20/12/2016 da
voto
7.0
  • Band: UNISON THEORY
  • Durata: 00:34:45
  • Disponibile dal: 21/10/2016
  • Etichetta:
  • Time To Kill Records

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Gli Unison Theory sembrano scegliere l’ostica via del concept album per presentarsi al grande pubblico. Questo quartetto romano decide di rendere omaggio al techno-thriller “Artico” di James Rollins,  romanzo ambientato al polo nord che ruota tutto intorno al rinvenimento di una base artica russa abbandonata, la Grendel, e degli innominabili segreti in essa nascosti, sui quali tutti, russi e americani, vogliono mettere le mani, e questo spiega il gradevolissimo artwork, dove vediamo la punta di un iceberg torreggiare su di una non meglio identificata struttura meccanica, fare capolino su di un mare rosso sangue, il quale svolge egregiamente il compito di presentare con un signor biglietto da visita il debut di questo combo romano di cui, onestamente, non avevamo mai sentito parlare fino ad ora. E ce ne rammarichiamo, data la bontà innegabile delle capacità dei capitolini. Su questo “Arctos” troviamo una davvero gustosissima commistione di thrash e death melodico, dove il gusto per la melodia viene affidato principalmente all’ottimo guitar work di Omar Mohamed, tra arpeggi eleganti, riff panciuti ed virtuose esplorazioni soliste, il quale, grazie ad un buon lavoro effettuato in cabina di regia, non fa rimpiangere la mancanza di una seconda ‘ascia’. Il cocktail dei Nostri racchiude una forte base di Meshuggah, un pizzico di thrash della Bay Area, una spruzzata di Swede-metal e due o tre cubetti di groove, per rendere il tutto più sfizioso al palato. Sentiamo l’anima più thrash dei Romani in “Arrigetch: The Devil’s Passage”, mentre con la successiva “Project Shockwave” entriamo nei territori estremi e alienanti esplorati dalla band di Jens Kindman, pezzo trascinato da un groove ipnotico e da un imperioso incedere, mentre la seguente “Grendel” mescola in maniera meno marcata il death col thrash con discreti risultati. “Level 4” fa dei cambi di tempo e della complessità stilistica il proprio punto di forza, mentre “Polar Sentinel” ci trasporta in un freddo inverno artico dove la sensazione di angoscia sembra farla da padrone. La conclusiva “The Price Of Eternity” chiude le danze in bellezza con una buona sintesi di quanto mostrato dai Capitolini in questa mezzora di musica, con i soliti stop ‘n go e variazioni sul tema, lasciando ad un malinconico arpeggio il compito di far calare il sipario. Dopo i Black Motel Six, altro buon acquisto per l’etichetta Time2Kill.

TRACKLIST

  1. DeepEye
  2. Omega
  3. Arrigetch: The Devil's Passage
  4. Project Shockwave
  5. Grendel
  6. Level 4
  7. Polar Sentinel
  8. The Price Of Eternity
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