7.5
- Band: UNISONIC
- Durata: 00:54:48
- Disponibile dal: 01/08/2014
- Etichetta:
- earMusic
- Distributore: Edel
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Chi temeva che il progetto Unisonic, quello formatosi tre anni fa e che vedeva gli ex-Helloween Kai Hansen e Michael Kiske nuovamente riuniti sotto la bandiera del power melodico, si fermasse subito dopo l’omonimo debutto, dovrà ricredersi. “Light Of Dawn” tocca infatti il mercato all’inizio di questo tentennante agosto e lo fa con il peso e l’autorità di un album di sicuro spessore, non con l’incertezza di un qualunque prodotto realizzato per fini economici o solo per adempiere a doveri contrattuali. “Light Of Dawn” parte infatti proprio da dove “Unisonic” era finito, il che, casualmente, è anche dove gli Helloween storici erano arrivati col loro capolavoro “Keeper Of The Seven Keys Pt II”. La musica ripresa in queste dodici tracce è infatti proprio quella di quell’epoca, forse un po’ ammorbidita dalla produzione e da suoni di tastiera che non ci ricordavamo così invadenti, ma comunque sempre veloce e melodica come l’avremmo voluta già vent’anni fa, al posto ad esempio dell’orrido “Chameleon”. Vi assicuriamo che non siamo noi a voler trovare a tutti i costi il parallelismo con la musica delle zucche di Amburgo… basta un rapido ascolto all’opener “Your Time Has Come” per rendersi conto di quanto ‘nostalgico’ sia in certi frangenti il sound dei Nostri. Questa prima speed song di impatto non può infatti non ricordare quel periodo, con particolare riferimento al classico “March of Time”, molto simile nel ritornello e nei corali controcanti. “Exceptional” invece ci parla più che altro di un possibile discendente di “Future World” o “I Want Out”: un melodico mid-tempo che risulta molto avvicinabile sia nella melodia che nella struttura ad entrambi i brani. Se il power di stampo europeo di “For The Kingdom” continua a darci un senso di forte attaccamento a quanto fatto assieme dai due leader anni prima negli Helloween, già la rockettara “Not Gonna Take Anymore” vede invece prevalere le influenze di Kiske, con un inizio e un refrain che ricordano un po’ i Queen. “Night Of The Long Knives”, ovviamente dal testo basato sul cupo capitolo di storia moderna legato all’ascesa del nazismo in Germania, è invece un brano un po’ di passaggio tra le sonorità di un tempo e quanto raccolto in carriera da Kiske con le sue continue collaborazioni con i membri dei Pink Cream 69, che ricordiamo su questo disco sono presenti ben in tre. A conti fatti, per quanto ammettiamo di avere comunque più che apprezzato le più ortodosse canzoni iniziali, troviamo proprio in questi passaggi i nostri episodi preferiti del lavoro, in un heavy melodico ben fatto e personale, figlio più dei Place Vendome che di Helloween o Gamma Ray. “Find Shelter” si fa apprezzare per gli assoli e per il suo incedere orientato un po’ agli Stratovarius più melodici, mentre la ballad “Blood”, seppure non originalissima nella struttura, strappa applausi per un Kiske vocalmente sempre sul pezzo. Il disco perde forse qualche colpo nel finale, dove qualche pezzo più scolastico e meno ispirato ha trovato la sua collocazione, ma dobbiamo ammettere che veri e propri riempitivi non ci sono: anche brani tutto sommato lineari come “When The Deed Is Gone” riescono infatti a farsi ascoltare con sorprendente efficacia, rimanendo ben fissati in mente. “Light Of Dawn” è dunque un perfetto seguito per il buon debutto “Unisonic”: ne riprende perfettamente le caratteristiche, espandendone contemporaneamente il range, e si presenta come un ottimo album, in grado di piacere ai giovani e di convincere anche i veterani ascoltatori dei vecchi Helloween.