7.0
- Band: UNLEASH THE ARCHERS
- Durata: 00:56:07
- Disponibile dal: 10/05/2024
- Etichetta:
- Napalm Records
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Gli Unleash The Archers hanno visto crescere la loro fama e la loro popolarità negli ultimi anni, specialmente grazie a dei full-length come “Apex” del 2017 e soprattutto “Abyss” del 2020, che ha valso loro anche la vittoria ai Juno Awards canadesi come album dell’anno nella categoria ‘metal/hard music’.
A distanza di quattro anni, la band canadese torna con un nuovo concept, intitolato “Phantoma”, incentrato sull’intelligenza artificiale e ambientato in un futuro distopico.
A dire la verità, ci saremmo aspettati un disco sulla scia del loro precedente percorso artistico, proprio per consacrare questa loro crescita, ma notiamo invece alcune differenze rispetto al precedente lavoro: in particolare, l’album è pieno zeppo di midtempo, lasciando poco spazio alla grinta e alla velocità; ci sono alcune tracce, soprattutto nella parte iniziale della tracklist, come “Ph4/NT0mA”, “Buried In Code” e “The Collective”, che restano in un range molto power metal (un genere in cui gli Unleash The Archers si sono trovati sempre a proprio agio), con ritmi molto veloci, ma in linea di massima nel resto del disco la band sembra prediligere tempi più lenti, con atmosfere un po’ più cupe rispetto a un più solare “Abyss”, con harsh vocals di tanto in tanto e il cantato di Brittney Slayes forse meno versatile e istrionico del solito, con la tendenza ad essere in generale più misurato, senza acuti o particolari cambi di tonalità.
Ci ha colpiti, tra gli altri, un brano per le sue sonorità persino alquanto AOR come “Give It Up Or Give It All”, capace di dare piena testimonianza di come la band sembri appunto voler privilegiare un approccio più raffinato e carico di feeling, riscontrabile in effetti nella maggior parte dei brani a dispetto del tema del concept, che potrebbe far pensare invece ad un approccio più freddo e distaccato.
Gli highlight sono comunque concentrati soprattutto nella parte finale della tracklist, in particolare con il terzetto finale composto da “Ghosts In The Mist”, “Seeking Vengeance” e “Blood Empress”. Per il resto, “Phantoma” è un lavoro dove si possono ascoltare buone cose accanto ad altre molto nella media: il songwriting è certamente più maturo e non vede incertezze, nè risente eccessivamente delle proprie influenze come talvolta si riscontrava nei primi lavori, ma sembra essersi persa un po’ di quella carica di grinta ed irruenza che invece erano uno dei loro punti di forza.
In conclusione “Phantoma” è un disco che risulta meno trascinante e coinvolgente rispetto al suo predecessore e che segna in qualche modo un cambio di passo e di stile da parte della band canadese: resta da vedere quanto questo diverso approccio incontrerà i favori di chi li ha seguiti e apprezzati fino ad adesso.