7.5
- Band: UNLEASHED
- Durata: 00:44:52
- Disponibile dal: 24/04/2015
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Quanti sono i gruppi che sono sulla scena da quasi tre decadi, che scrivono con una certa continuità (gli ultimi album sono usciti sempre a circa due anni di distanza) e che possono vantare una qualità media sempre più che soddisfacente? Non molti per la verità, ma uno di questi sono sicuramente i death metaller svedesi Unleashed, che si presentano nel 2015 con un capitolo nuovo di zecca, che ancora una volta ci fa parlare di un lavoro fresco e ispirato, pregno di carisma ed evidente superiorità compositiva. Insomma: l’ennesimo colpo da maestri! I brani di “Dawn Of The Nine” godono del classico piglio battagliero e guerrafondaio dei Nostri, con galoppanti sferragliate di up tempo e blast beat che si alternano a ritmiche più solide e cadenzate. L’impressione che si ha dopo le prime fruizioni è quella di trovarsi alle prese con un disco controllato, compassato, che punta tutto sulla qualità delle sue melodie, sull’imperiosità delle sue atmosfere e anche sulla semplice funzionalità delle sue soluzioni compositive. Basti prendere ad esempio un brano come “Defenders Of Midgard”, dalle ritmiche quadrate e marziali, abbellite solo da un assolo fugace e tagliente, oppure “The Bolt Thrower” o la stessa title track, episodi questi che giocano con ritmiche ribassate, con un riffing ricco di groove e dal taglio doomeggiante. Ma con il passare degli ascolti ci si accorge che gli Unleashed sono tuttavia ancora in grado di ferire quando decidono di pestare con forza il piede sull’acceleratore: vedi “Where Is Your God Now?”, forse uno degli episodi più riusciti del platter, con il suo riffing ficcante e affilato e i suoi urgenti assoli che si inseguono vorticosamente. Oppure “Where Churches Once Burned”, con la sua ritmica frastagliata e imprevedibile, abbellita da assoli dal gusto melodico molto toccante ed evocativo. Come sempre, magari non tutte le tracce rimarranno impresse nei cuori dei fan della band svedese, in certi frangenti affiora un po’ di mestiere – o pilota automatico, che dir si voglia – ma d’altra parte l’esperienza dell’intramontabile frontman e bassista Johnny Hedlund è sotto agli occhi e nelle orecchie di tutti e anche quando gli Unleashed vanno sul sicuro non commettono mai dei veri e propri scivoloni. Se dovessimo proprio insistere nel voler trovare un difetto a “Dawn Of The Nine”, quasi certamente punteremmo il dito contro alla produzione: un po’ troppo patinata e “mainstream”, per essere di un disco di questo genere. Tuttavia, difetti come questi possono tranquillamente passare in secondo piano quando la qualità generale della musica proposta è di questo livello.