7.5
- Band: UNLEASHED
- Durata: 00:44:33
- Disponibile dal: 26/07/2004
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Self
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Se la speranza è l’ultima a morire, questo disco ne è la prova! Quando ormai sembrava che fossero destinati ad una lenta decadenza, costellata di album carini ma nulla più, ecco che gli Unleashed tornano tra noi con quello che è senza dubbio il loro lavoro migliore da dieci anni a questa parte! Johnny Hedlund e compagni, dopo una serie di album un po’ troppo prevedibili e monocorde, hanno provato a tornare allo stile degli eterni “Where No Life Dwells”, “Shadows In The Deep” e “Across The Open Sea” e il loro tentativo può dirsi sicuramente centrato visto che sono riusciti a far combaciare l’aggressività e le strutture dei loro esordi con l’immediatezza di fondo tipica delle ultime pubblicazioni. L’assalto ritmico della coppia iniziale “Winterland”/”Destruction (Of The Race Of Men)” si associa a squarci melodici molto trascinanti mentre in “Only The Dead”, “The Longships Are Coming” e “Insane For Blood” si ha a che fare con costruzioni più articolate e diversi cambi di tempo, roba che non si sentiva da anni. Preso atto di altre due buone mazzate a nome “Helljoy” e “I Bring You Death”, si può dunque dire che, nel complesso, la prima parte di “Sworn Allegiance” sia veramente quanto di più ispirato realizzato dagli Unleashed ultimamente. Come da tradizione per i nostri, però, il disco contiene un po’ troppi pezzi, e infatti nella seconda parte i filler non mancano (“To Miklagård” e “Long Live The Best” ce le potevano risparmiare tranquillamente). La qualità però resta mediamente più elevata del solito, e ne sono una prova la semplice ma incisiva “Attack!” e l’ennesimo inno all’heavy metal “Metalheads”, divertentissima e con un testo talmente tamarro che farebbe invidia a Joey Demaio (non a caso gli Unleashed sono spesso stati definiti ‘I Manowar del death metal’ per via della loro attitudine e dei loro testi tra l’epico e l’autocelebrativo). Parlando degli altri aspetti del disco, la produzione è sui soliti standard, quindi molto buona, e altrettanto valida è la prova vocale di Johnny, che qui è tornato su tonalità più growl che urlate. Non male infine la copertina, la quale, ovviamente, rimanda all’immaginario vichingo tanto caro alla band ma che presenta colori piuttosto insoliti. C’è poco altro da aggiungere… un disco così buono sinceramente non ce lo si aspettava! Staremo a vedere la piega che prenderanno in futuro, ma oggi gli svedesi hanno stupito… godiamoci quindi il loro “Sworn Allegiance” e il relativo tour, per i loro fan ci sarà da divertirsi! All Hail Death Metal!