voto
9.0
9.0
- Band: UNLEASHED
- Durata: 00:36:41
- Disponibile dal: 01/05/1991
- Etichetta:
- Century Media Records
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Lasciati alle spalle i suoi trascorsi con gli ex-compagni di combriccola Entombed (al tempo Nihilist), Johnny Hedlund decide di fare di testa propria e mette in piedi la propria personale macchina da guerra chiamata Unleashed. Con un anno di ritardo rispetto alla band di Nicke Andersson, l’esordio degli Unleashed riesce a suonare quasi raffinato e “pulito”, se confrontato con le produzioni dei lavori usciti dalla Svezia nel medesimo anno: lontana anni luce dalla violenza sonora dei Sunlight Studios, la produzione dei Woodhouse Studios di Dortmund riesce a valorizzare in maniera sostanziale la tecnica e perizia esecutiva della coppia d’asce Tomas Olsson e Fredrik Lindgren. Scelta, quella della produzione, che influenza in modo forte “Where No Life Dwells”, album dal feeling freddo ed oscuro, caratterizzato dall’utilizzo massivo di parti in tremolo picking alternate da semplici power chord. Pur mettendo in mostra un suono essenziale e privo di fronzoli, gli Unleashed riescono a trovare il giusto mix tra velocità ed atmosfera, come ben esemplificato da tracce come “Where No Life Dwells” o “For They Shall Be Slain”, episodi che alternano il classico assalto frontale a parti doom dove viene a galla il lato più intimista e melodico della formazione. Decisamente variegato il cantato di Johnny Hedlund, costantemente in bilico tra il classico growl ed uno scream gelido che diventerà con il tempo uno dei marchi di fabbrica del combo svedese. Essenziale quindi la prestazione del compartimento ritmico formato dallo stesso Hedlund al basso e Anders Schultz alla batteria, duo che fa della semplicità ed irruenza la propria arma vincente. La presenza di melodie tenebrose e malinconiche e la buona quantità di parti soliste non fanno altro che donare alla musica degli Unleashed un tratto somatico decisamente differente da quello che si stava sviluppando all’epoca nella capitale della Svezia: l’anima hardcore degli Entombed ed il suono granitico e quadrato dei Grave non sembrano quasi essere parte dello stesso movimento (lo swedish death metal) in cui viene inserito il quartetto di Kungsängen. Inutile tentare di estrapolare le tracce più riuscite da un album che nella sua totalità sfodera un centro dietro l’altro e capace di essere considerato oggi, a vent’anni giusti dalla sua uscita, uno delle pietre miliari del genere. Ristampato in occasione del decennale della sua uscita, “Where No Life Dwells” è stato impreziosito dall’aggiunta dell’EP “…And the Laughter Has Died”: un’ottima occasione per non farselo sfuggire, se già non fa parte della vostra collezione.