UNREQVITED – Disquiet

Pubblicato il 12/01/2022 da
voto
8.5
  • Band: UNREQVITED
  • Durata: 00:41:49
  • Disponibile dal: 29/10/2016
  • Etichetta:
  • Prophecy Productions

Spotify:

Apple Music:

Ogni tanto, all’interno della rubrica I Bellissimi, ci piace saltare fuori dal passato remoto, più o meno lontano, per fare un balzo in avanti verso un passato prossimo più recente ma, per qualche motivo, dimenticato. Qualche disco fluito senza colpo ferire nel bailamme di uscite mensili – per non dire settimanali – oppure qualche chicca veramente underground, lasciata scorrere ignara nel fiume infinito della musica indipendente. E’ ovvio come spesso, a combaciare con tali caratteristiche comunque ‘Bellissime’, siano gli esordi, i debutti discografici di formazioni che solo in seguito, per un motivo o per l’altro, arriveranno a raggiungere una platea più ampia di ascoltatori e a lambire la necessaria cassa di risonanza mediatica utile a farli conoscere anche un pochetto al di fuori del sottobosco metallico.
I canadesi Unreqvited, dei quali stiamo costantemente seguendo le vicissitudini di una carriera fittissima di pubblicazioni (ottime!) alle quali si fatica a star dietro, hanno al proprio attivo un debut album semplicemente memorabile, uscito in autonomia verso fine 2016 e poi ristampato sotto Prophecy nel 2017: “Disquiet” è un esempio neanche tanto originale – se pensiamo soprattutto al percorso seguito da Willow Vale con le successive prove in studio – di come l’atmospheric (suicidal) black metal si leghi senza soluzione di continuità al blackgaze e ne elevi a potenza il contenuto emotivo, drammatico, sognante e crepuscolare, in un compendio di sensazioni depressive e allo stesso modo rasserenanti che, se negli anni Novanta erano prerogativa dei gruppi doom-gothic o doom-death dalle varie sfaccettature, oggigiorno trovano massima espressione in questo sottogenere altamente espressivo e doverosamente introspettivo.
In “Disquiet” tutte le peculiarità emozionali degli Unreqvited si palesano insieme, scavalcando il concetto di tracklist – come spesso accade in tale musica – e inondando tutto l’album di torpore antico, lacerante furore, palpabile disperazione e tramonti rossastri a dir poco tangibili. Sebbene l’artwork del lavoro ci riporti verso elementi nordici, freddi, bianchi e catatonici, il contenuto sonoro esplode di emozioni scarlatte, arancioni, cremisi: dall’intro prolungata “Birth” sino alla chiusura agli antipodi “Death”, è un gran susseguirsi di elementi avvolgenti e onirici, su tutti l’uso magistrale della chitarra arpeggiata e le già abbondanti dosi di tastiere e pianoforte che ancora vergono poco verso lidi sinfonico-classici (accadrà molto più evidentemente in “Empathica” e “Stars Wept To The Sea”), bensì restano ancorate ad un concetto di tappeto atmosferico che è perfetto per i soundscape nostalgici di Willow Vale. A ciò vanno aggiunti gli strabordanti chitarroni a cascata in tremolo-picking e l’uso atipico della voce del tuttofare nordamericano, che non canta né propone testi, ma si espone in grida lancinanti e volutamente lasciate indietro nel mix, come se fossero degli spettri improvvisi a palesarsi qua e là lungo il disco (“An Ocean Of Ire” rende benissimo l’idea, con la sua doppia facciata prima tranquilla, poi devastante). E’ nei brani più lunghi, intensi e ondeggianti che gli Unreqvited danno il meglio di loro, non per nulla la titletrack, “The Autumn Fire” e soprattutto “Maydena” – definibile quasi come ‘piccolo classico’ del gruppo – spiccano per profondità compositiva e per l’altissima sensibilità nel rileggere tematiche altrui con l’intento di plasmarsele addosso, con il cuore e le ghiandole lacrimali in mano, nel migliore dei modi.
Anche la produzione ovviamente casalinga, con una batteria dai suoni vagamente artefatti, non suona debole o mal concepita, ma è chiaro come, volendo proprio trovare un difettucolo a “Disquiet”, si debba volgere lo sguardo in questa direzione. Poi però, quando partono le prime note cullanti, eppure oscurissime, di “Death”, non ci sono tecnicismi o modernismi che tengano: gli Unreqvited, allora come ora, sono una band che va avanti per pulsioni sensoriali, emotive, per niente studiate o messe a tavolino, e questo crediamo sia il punto forte di un’entità musicale in grado di riconciliare l’Io di ognuno, di metterci di fronte alle paure ancestrali – il buio, la morte, l’infinito espandersi dell’universo – e di darci perlomeno una solida certezza. La malinconia non ci lascia mai soli.

 

TRACKLIST

  1. Birth
  2. The Autumn Fire
  3. Disquiet
  4. A Tear From The Oak
  5. An Ocean Of Ire
  6. Maydena
  7. Death
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.