7.0
- Band: UNSANE
- Durata: 00:41:09
- Disponibile dal: 20/03/2012
- Etichetta:
- Alternative Tentacles
- Distributore: Goodfellas
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La copertina è inequivocabile. Il logo è sempre lì, immutato, come da venticinque anni a questa parte. Siamo passati dalla Relapse Records, alla Ipecac di Mike Patton alla Alternative Tentacles di Jello Biafra, ma il regno di appartenenza non cambia. E da ultimo abbiamo un titolo che è più un inno ad un sound e a una visione musicale d’insieme, che il semplice nome di un album. “Wreck”, rottame, appunto. Una sola parola, mille significati. La descrizione di un mondo, di uno stile di vita, di un sound inimitabile. Ci troviamo insomma di fronte al ritorno di una band leggendaria che lascia veramente pochi spiragli ai dubbi. Gli Unsane sono di nuovo qui e sono sempre, immutabilmente, irrimediabilmente, gli Unsane. “Wreck “ li riprone senza sconti, senza risparmiare nulla della potenza demolitrice della band noise-rock più archetipica e famosa al mondo. Il latrato di Chris Spencer è più inviperito che mai, e la sua Telecaster sferraglia come la metro di New York che sta per deragliare in una poltiglia informe di lamiere e budella, e la sua armonica fa di nuovo capolino di tanto in tanto, come se fosse il ghigno urticante di un senzatetto che vi schernisce per strada. Il basso di Dave Curran sembra un bulldozer impazzito e la batteria di Vinnie Signorelli è il solito, distruttivo e cesellante martellamento, che fa di un disco degli Unsane una vera arma contundente. Al sound inimitabile aggiungete i soliti temi decadenti, sinistri e violenti di ambientazione prettamente urbana, tanto cari a Spencer, e la ormai famosissima attitudine bluesy che ha da sempre contraddistinto il sound unico ed inimitabile del trio newyorkese, e vi accoregerete che ancora una volta gli Unsane vi hanno rifilato il prodotto completo senza risparmiarsi in nulla. Una vera badilata in faccia, un disco avvelenato e scorticante da fare schifo. Inutile dire che i fan degli Unsane – e del noise rock in generale – avranno un orgasmo nell’ascoltare questo ennesimo infallibile capitolo del trio newyorkese, che non tradisce in nulla la reputazione della band. Ma è altresì vero che “Wreck” non funzionerà bene come biglietto da visita per la band per convertire nuovi fan, visto che i loro riff migliori stanno senz’altro nei soliti vecchi (capo)lavori della band, “Scattered, Smothered & Covered” e “Occupational Hazard” in primis, e che il precedente e devastante “Visqueen” rappresenta tutt’ora il picco assoluto della band nel loro periodo odierno, post-reunion. Basta andare a recuperare quel disco ed ascoltare il martello pneumatico sulla conclusiva “East Broadway” per rendersi conto di che vette raggiunsero gli Unsane con quel disco. In “Wreck” dobbiamo ”accontentarci” della strampalata cover dei Flipper “Ha Ha Ha” in chiusura. Non esattamente la stessa cosa. Meravigliosamente preservati e sempre più uguali a se stessi. Decidete voi se questo è più un bene o un male.