UNTIL DEATH OVERTAKES ME – Diagenesis

Pubblicato il 01/12/2024 da
voto
6.5

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Il progetto di SVC, al secolo Stijn Van Cauter, torna ad un solo anno di distanza da “Decay Into Irrelevance” e, come sempre, dividerà il pubblico tra sostenitori e detrattori: il musicista belga è dedito fin dal lontano 2000 ad un funeral doom che definire minimalista è riduttivo, nel quale è praticamente impossibile individuare qualsiasi forma di arrangiamento o di melodia, e la sua proposta è vista da taluni come un’opera seminale e da altri come un inutile esercizio ripetuto fino alla noia.
Con questa uscita Van Cauter giunge al traguardo del tredicesimo album personale con i soli Until Death Overtakes Me e, se si considera la sua attività con The Sad Sun, The NULL Collective, The Ethereal, Arcane Voidsplitter ed almeno una decina di altre band, è difficile tenere il conto di tutta la musica che ha prodotto a partire dall’inizio degli anni Duemila, in un lavoro molto corposo al principio di carriera e che è ritornato ad essere egualmente intenso negli ultimi tempi dopo un certo rallentamento.
Per chi ha seguitoun minimo le vicende del fiammingo, il contenuto di “Diagenesis” non sarà una sorpresa: quattro composizioni che si attestano sul quarto d’ora di durata e viaggiano ad una lentezza esasperante, basate su semplici riff ripetuti all’infinito.
Volgendo lo sguardo al passato, si potrebbe affermare che siamo dalle parti di “Aftermortem”, pubblicato nel 2016, con affinità dal punto di vista tematico, ossia la morte vista come ineluttabile punto di approdo ma non come la fine di tutto, sia da quello musicale, con un andamento letargico segnato da frequenti escursioni nell’ambient. In particolare, le tastiere contribuiscono a creare atmosfere glaciali con un suono vagamente dungeon synth, mentre non convince appieno la scelta in fase di produzione di relegare la voce in secondo piano, tanto che a tratti non è quasi udibile.
E’ complicato portare a termine l’ascolto di un’ora abbondante, ma lo scopo dello stesso SVC è proprio quello di liberare tutta la negatività che lo attanaglia attraverso la sua arte: il fascino del funeral doom risiede spesso nel raggiungimento di questa finalità, e qui ci troviamo di fronte ad uno dei suoi interpreti più profondi, che riesce ad essere intenso ed efficace – anche se non in una delle sue manifestazioni migliori.

 

TRACKLIST

  1. Ascension
  2. End's Lure
  3. White Light
  4. For
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