8.0
- Band: UNTO OTHERS
- Durata: 00:46:49
- Disponibile dal: 20/09/2024
- Etichetta:
- Century Media Records
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È dai tempi del debutto che teniamo sott’occhio gli Unto Others, formazione proveniente dall’Oregon che ci ha regalato due ottimi dischi, “Mana” e “Strength”, capaci di trovare un ottimo equilibrio tra fascinazioni gothic rock e melodie che strizzano l’occhio al classic metal. Alla pubblicazione di “Strength”, già avevamo notato come l’abito più tipicamente metallico della band stesse iniziando a farsi più sfibrato, dando invece un maggiore risalto alla componente dark/gothic. Con il nuovo disco, “Never, Neverland”, possiamo dire che il percorso musicale della band abbia intrapreso in maniera ancora più marcata questo sentiero, con una manciata di canzoni sempre più vicine al sound dei Sisters Of Mercy.
Appare subito evidente come gli Unto Others stiano plasmando, album dopo album, il proprio sound e la loro evoluzione li sta portando sempre di più verso un approccio melodico, diretto, malinconico e graffiante allo stesso tempo. D’altra parte, la gavetta fatta in questi anni, suonando al fianco di grandi nomi come Behemoth, Arch Enemy e King Diamond, ha portato i suoi frutti, rendendo la band molto più focalizzata e coesa.
“Never, Neverland” contiene sedici canzoni, ma la durata complessiva supera di poco i quarantacinque minuti: tre minuti a canzone, in media, senza fronzoli, riducendo tutto all’essenziale, senza però perdere una briciola di efficacia. Perché se è vero che le canzoni degli Unto Others vanno dritte al punto senza strane deviazioni, sarebbe un errore pensare di avere a che fare con composizioni tutte uguali. Al contrario, probabilmente abbiamo a che fare con il loro album più eclettico e, forse, il più riuscito.
Così da una parte abbiamo gli episodi più a là Sisters Of Mercy, già citati in apertura, come “Butterfly”, “Fame” e “Cold World”, a cui si contrappongono momenti molto più diretti e graffianti, quasi punk nella loro essenza, come “Momma Likes The Door Closed” (capolavoro!), “Suicide Today” o la tiratissima “Flatline”.
Le sorprese però non si esauriscono e, così, possiamo goderci anche “Angel Of The Night”, suadente come una ballad senza essere mai sdolcinata, oppure “Sunshine”, la cui solarità sembra quasi in contrasto con le atmosfere oscure del disco.
I suoni dell’album, pubblicato da Century Media dopo il passaggio dalla Roadrunner, sono levigati il giusto, ma senza diventare mai stucchevoli e la prova della band resta solida ed efficace sotto ogni aspetto. Discorso a parte, invece, per la voce di Gabriel Franco, che non avrà il carisma sensuale di un Peter Steele, o la profonda strafottenza di Jyrki 69, ma riesce comunque a lasciare un segno tangibile, diventando di fatto uno dei tratti caratteristici del sound degli Unto Others.
“Never, Neverland”, insomma, è un po’ come la sua copertina, a volte delicato come un fiore sul punto di cadere, altre nero come lo sfondo da cui si stagliano.
Il loro percorso continua ad intrigarci e ci sembra che la band abbia una visione ben chiara e che agisca coerentemente ad essa per raggiungere i propri obiettivi. Il talento c’è e, da parte nostra, non possiamo che premiarlo.