8.0
- Band: UPON A BURNING BODY
- Durata: 00:40:16
- Disponibile dal: 28/10/2016
- Etichetta:
- Sumerian Records
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Un titolo, una dichiarazione d’intenti. I Texani arrivano al capitolo IV della loro carriera, un percorso fatto di una continuità artistica invidiabile, passando dal gimmick gangster a tutto Al Pacino degli esordi, fino allo spirito à la Fresh Prince di Bel Air di oggi strizzando un po’ più l’occhio al ‘douchebag-core’ degli Attila, riuscendo sempre nell’ostico compito di rinnovarsi ma rimanendo comunque fedeli a se stessi, sia a livello strettamente musicale che in termini di attitudine. I ragazzi di San Antonio non hanno mai fatto mistero del proprio amore per le proprie radici messicane, e in questo 2016 si parla più della crescita nel ghetto ispanofono della città texana, un destino di certo non facile che ha accomunato i vari membri della band, e incanalano tutta questa rabbia contro lo showbiz e i vari e variegati detrattori della band pressochè dall’inizio alla fine, senza risparmiare veramente nessuno. Non ci stupisce il giro di chitarra classica Mariachi, esperimento già ampiamente usato dai nostri, che introduce “Till The Break Of Dawn”, insieme a delle spoken words in spagnolo che riescono a gasarci dal primo secondo, probabilmente uno dei pezzi più cool della storia recente degli UABB, come nemmeno ci stupisce il trittico boom-boom composto da “You Don’t Own me”, “Media Blackout” e “B.M.F.” dove la band tira merda su tutti, con una struttura e un sound arrogante a mille, e con un riffing tanto semplice quanto efficace che 2/3 delle band di pari categoria faticano ad avere così naturalmente. La seguente title track, pezzo -core da manuale, segna idealmente lo spartiacque della tracklist, dato che da questo momento in poi avremo i primi veri sconfinamenti in clean per i Texani dopo gli esperimenti di “The World Is My Enemy Now”, inclusa una vera e propria ballad sul finale, cosa che presagisce, probabilmente, la traiettoria che gli UABB prenderanno in in futuro (speriamo senza eccessi, dato che la band da il meglio di se quando ci va giù duro). Sembra un vero e proprio clichè, una di quelle cose che ogni band dichiara prima dell’uscita di ogni nuovo disco, ma questo “Straight From The Barrio” prende tutte le caratteristiche che hanno portato al successo gli UABB e le amplificano in una maniera sempre ficcante, caciarona e divertente. Se la copertina può fare temere una svolta più ‘nu’, vi diciamo subito che non è questo il caso, dato che i Nostri continuano a regalare sonori calci in culo a colpi di deathcore a tutto groove. Uno dei dischi dell’anno a parere di chi vi scrive, e sicuramente il lavoro più completo per la band di San Antonio.