7.0
- Band: UPON A BURNING BODY
- Durata: 00.40.17
- Disponibile dal: 12/08/2014
- Etichetta:
- Sumerian Records
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Dopo la scoperta e la confema il terzo capitolo dovrebbe essere quello della consacrazione: le carte in regola c’erano tutte per gli Upon A Burning Body, un debutto terremotante, un secondo album che ne ha espanso le potenzialità, l’etichetta adatta alle proprie spalle, una fanbase accanita. Dopo qualche settimana nel nostro lettore però “The World Is My Enemy Now”, pur essendo un buon album, ci sembra un passetto indietro. La direzione di “Red. White. Green” è stata mantenuta e la formazione si è assestata su un metalcore bello teso, mantenendo la propria vena personale espressa nell’ultimo capitolo. Una progressione naturale che integra però anche elementi di una delle band modern metal più dominanti del pianeta, gli Slipknot: il filtro dei mascherati rende ancora più mainstream il suono della band, come dimostrano “Scars” e “Red Razor Wrists”. “Bring the Rain” espande il groove che li ha resi famosi con breakdown ben riusciti, e sulle stesse coordinate arrivano le conferme di “The New Breed” e “Middle Finger To the World”, con qualche puntata nella brutalità degli esordi. Quelli che però dovrebbero essere assi nella manica, ovvero i featuring, non convincono per niente: Matt Heafy e Tyler “Telle” Smith (Trivium e The World Alive) dovrebbero essere il valore aggiunto, diversificando il sound degli UABB, invece forniscono un contributo slegato e, nelle melodie vocali, sono in pratica fuori contesto. Mancano inoltre i ritornelli memorabili del disco precedente, che siamo sicuri rimarranno fissi nella rotazione di setlist. Nota a margine: non possiamo chiudere gli occhi sul ‘publicity stunt’ disastroso che ha rovinato il lancio del disco e pregiudicato le quotazioni della band in casa Sumerian (il frontman Danny Leal rapito è parso un gioco di cattivo gusto ai dirigenti, che hanno vuotato il sacco e hanno costretto il gruppo a negare l’evidenza). Nonostante chi scrive abbia puntato sui Tex Mex poteva andar meglio, ma a conti fatti non ci si può lamentare: “The World Is My Enemy Now” è un disco divertente, dritto al punto e nel complesso godibile. A meno di altri colpi di testa la partecipazione al Knotfest potrà rilanciare gli UABB in maniera adeguata.