6.5
- Band: USURPER
- Durata: 00:38:28
- Disponibile dal: //2005
- Etichetta:
- Earache
- Distributore: Self
Ritornano alla carica gli statunitensi Usurper, nome ormai conosciuto nella scena estrema mondiale, col loro sesto disco, che si fa portatore (non l’avremmo mai detto!) del classico thrash/death/black che ha reso alla band dei riconoscimenti abbastanza notevoli già dal primo “Diabolosis”. Certo, sono passati dieci anni, e si sente: rispetto a quel disco l’assalto sonoro della band, pur mantenendo (se non ulteriormente acuendo!) la sua ferocia si è notevolmente organizzato e migliorato, dato che ormai abbiamo a che fare con una band ampiamente collaudata che ben sa quello che fa: e allora, appunto, giù con la feralità di pezzi quali “Bones Of My Enemies”, “Supernatural Killing Spree” e “Return Of The Werewolf”, per concludere le nostre citazioni con la divertente (almeno, il sottoscritto certe cose ormai le prende con sana ironia!) e ben riuscita “Kill For Metal”. Risulta oltremodo, in questo “Cryptobeast”, i territori a cui la band sembra sempre più far riferimento, e il primo gruppo a cui si ispira in fase di songwriting: ebbene sì, possiamo affermare che ormai il death metal, con buona pace del black, è sempre più compenetrato nel DNA degli Usurper, e l’ombra dei Vader sembra aleggiare su ogni singolo riff partorito dalle mani di fuoco di Rick e Chris. Ma arriviamo al verdetto finale, dato che il fan del metal estremo probabilmente sa già cosa aspettarsi dal nuovo disco di una band fedele alla linea come gli Usurper: “Cryptobeast” è il solito disco come tanti se ne sono già sentiti, bello sì (anzi, in molti frangenti veramente più che piacevole da ascoltare, per un deathster degno di tale nome!) ma assolutamente mancante in quanto ad originalità ed, a parte qualche dettaglio, ricavato con lo stampino dai dischi precedenti della band. Ciò non toglie che anche questo nuovo prodotto presente un setlist di dieci canzoni dalla qualità più che discreta, ma il sottoscritto, che non è un grande fan di queste sonorità, preferirà tenersi stretto i vari “The Ten Commandments”, “De Profundis” e “Altars Of Madness” (come consiglia anche a tutti coloro che non siano prettamente ferrati sul genere), e riporre nell’adeguato cassetto dei dischi in disuso il promo che ha ora tra le mani, dove potrà prendere polvere senza che il suo proprietario sia assalito dai rimorsi. Si facciano invece avanti i fan più accaniti del thrash/death metal, che potrebbero trovare nuovo pane per i loro denti (o, visto del genere che stiamo trattando, nuova carne per i loro massacri).