VALBORG – Endstrand

Pubblicato il 10/06/2017 da
voto
7.0
  • Band: VALBORG
  • Durata: 00:44:08
  • Disponibile dal: 07/04/2017
  • Etichetta:
  • Lupus Lounge
  • Prophecy Productions
  • Distributore: Audioglobe

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Fra quei musicisti non allineati che si fanno beffe dei generi e seguono semplicemente il proprio intimo sentire, sfornando ogni qual volta producono musica un campionario di ibridazioni imprevisto e non facile da maneggiare, i Valborg non sono certamente fra i più noti. Il trio tedesco, in azione dal 2002, non è affatto inquadrabile in un filone certo, muta pelle ad ogni pubblicazione e ha abituato a trasformismi repentini nell’arco di poco tempo. “Endstrand” è l’album numero sei in otto anni e non sembra proprio appartenere alla stessa band autrice di “Romantik”, immediato predecessore del 2015. Lì, un elegante doom venato di gothic metal si snodava uniforme, pigro e affascinante, attraverso sei tracce che ponevano in luce l’amore per Sisters Of Mercy, Type O Negative, Tiamat, classic doom ottantiano, il gothic/doom inglese più mistico. Una vocalità cantilenante, concentrata sul donare un genuino sentimento di nuda afflizione, disegnava veli sinuosi, a ricoprire di un’aurea drammatica, dolcemente intristita, un disco che teneva saldamente fede al suo titolo per l’intera durata. “Endstrand” si apre in tutt’altra maniera, vomitandoci addosso un’aggressività a lungo repressa, un’arroganza volgare, esibita con sadico compiacimento e un’esagitata spacconeria. La doppietta iniziale rappresentata da “Jagen” e “Blut Am Eisen” squarcia e violenta, insistendo su modalità d’azione prettamente ‘germaniche’: un forsennato mulinare di colpi di ascendenza industriale (pieno Rammstein-style, per capirci), suoni slabbrati che graffiano e infettano la carne, mentre la voce si lacera sguaiata in harsh vocals che, grazie all’idioma tedesco, si connotano di intransigente depravazione. Qualsiasi collegamento col recente passato viene reciso brutalmente. L’urgenza è assimilabile a quella di un ensemble punk-hardcore, filtrata dal rigore ritmico teutonico e un uso peculiare degli effetti, che alimentano il sovraccarico di rabbia. Leitmotiv persistente in tutta l’opera, caratterizzata da minutaggi contenuti delle singole tracce e asciuttezza delle strutture. A mitigare un clima che, per il rumore tagliente delle chitarre, il moto percussivo ininterrotto, il serpeggiare dei feedback, potrebbe essere quello percepito all’interno di una gigantesca catena di montaggio, ci pensa la non sopita tentazione ai suoni notturni, a una solennità che ha perso spazio ma che quando presente sa essere veramente efficace. Così, quando l’anima riottosa e quella riflessiva dialogano, arrivano le canzoni migliori. “Orbitalwaffe” si apre su un arpeggio sibillino e rimane in bilico fra una pesantezza quasi death metal  e teatrale malvagità; “Bunkerluft” si inoltra nella darkwave, ammaliandoci con lunghe note di synth, un basso increspato che suona sempre la stessa nota e un recitato altero; “Geisterwürde” alterna cori puliti, fiumane di melodie decadenti ed esplosioni urticanti, che trovano consacrazione del loro potere emotivo nelle urla dissennate del singer. Anche quando la furia prende il sopravvento, i Valborg veicolano con intelligenza i loro sentimenti astiosi, anche se vista la capacità di enfatizzare tramite effettistica e tastiere il potenziale distruttivo di chitarre e batteria, il suono avrebbe potuto essere più ricco di sfumature e alcuni concetti sviluppati con maggiore respiro. L’impressione generale è che con più calma e aperture atmosferiche in misura superiore, “Endstrand” avrebbe avuto piena compiutezza. La morsa atroce in cui siamo stritolati da “Plasmabrand” – fra Godflesh e Red Harvest, una mazzata – e le coltellate in pieno stomaco di “Ave Maria” – non propriamente una preghiera – lasciano comunque dei segni indelebili nel nostro immaginario, certificando la prova generosa e coraggiosa dell’ensemble di Bonn.

TRACKLIST

  1. Jagen
  2. Blut am Eisen
  3. Orbitalwaffe
  4. Beerdigungsmaschine
  5. Stossfront
  6. Bunkerluft
  7. Geisterwürde
  8. Alter
  9. Plasmabrand
  10. Ave Maria
  11. Atompetze
  12. Strahlung
  13. Exodus
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