7.5
- Band: VALERIAN SWING
- Durata: 00:45:16
- Disponibile dal: 06/06/2008
- Etichetta:
- Adverse Rising Records
- Distributore: Self
Spotify:
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Bene, ecco un’altra formazione italiana assolutamente da tenere d’occhio, sebbene non rientri in pieno nel target metallico di questo portale: con i reggiani Valerian Swing, infatti, ci proiettiamo in campo post-rock psichedelico e post-core, per un debutto che lascia a tratti sbalorditi per intensità emotiva e capacità compositive. La band è molto giovane, si è formata nel 2005 ed ha all’attivo solo l’omonimo EP autoprodotto; questo “Draining Planning For Ears Reflectors” la fa debuttare quindi alla grande, attraverso un songwriting già parecchio maturo, originale e soprattutto pregno di classe e buon gusto. Quasi incredibile, poi, se si pensa che è l’ultimo arrivato, il lavoro vocale di Raffaele Marchetti, ottimo interprete di partiture cangianti e imprevedibili, spazianti dal rock acustico melanconico e triste al math-core jazzato e furioso; ma in realtà tutti i componenti del combo si distinguono per fantasia e padronanza dello strumento, dimostrando di essere musicisti veramente validi e preparati. Svolazzando tra Motorpsycho, The Ocean, Deftones, Comity, Isis e quanto di più raffinato e sperimentale ci sia in ambito post-quellochevolete, i nostri Valerian Swing sfornano otto tracce totalmente convincenti, fra le quali si va ad ergere a loro manifesto il lunghissimo quarto episodio (non fateci trascrivere il titolo, di grazia), particolare ottovolante musicale carico di tutti i sentimenti e le influenze che i ragazzi vogliono riversare sull’ascoltatore. Arrangiamenti curatissimi – basti ascoltare la strumentale “Shitty Pudding Pearl” – ed in grado di far scoprire nuove sottigliezze ad ogni ascolto rendono il lavoro in questione profondo e davvero degno di attenzione. L’atmosfera è spesso mesta e dimessa, ma scariche di rabbia e frustrazione avvolgono la band quando l’adrenalina sale, come ad esempio in “Fracassius And His Way Of Copying And Pasting”. Insomma, ci troviamo di fronte ad un gruppo di livello e bravura già internazionale che, se avrà fortuna e buon senso, ci farà sentire grandi cose anche in futuro. Un unico appunto ci permettiamo di farlo sull’artwork, non particolarmente azzeccato (in primis quell’occhio allucinato racchiuso tra labbra vaginali). In definitiva, un buon consiglio musicale per le giornate autunnali di prossimo avvenire.