8.0
- Band: VALLENFYRE
- Durata: 00:39:00
- Disponibile dal: 02/06/2017
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Molte formazioni si servono degli anni di pausa fra un lavoro e un altro per allargare gli orizzonti e affinare la propria proposta. Non è questo il caso dei Vallenfyre, che, dopo la pubblicazione del debut album “A Fragile King” – un ottimo esempio di death-doom anni Novanta – hanno deliberatamente scelto di imbarbarire il loro sound e di prendere il più possibile le distanze da certi stilemi solitamente accostabili ai Paradise Lost, l’altra band del leader Gregor Mackintosh. Come era già successo per il precedente e fortunatissimo “Splinters”, molte delle esperienze accumulate in carriera dal noto chitarrista britannico vengono qui accuratamente messe da parte per lasciare ampio spazio a roventi schegge death-grind e a ruvidi episodi doom dove è ormai sempre più raro trovare quelle preziose rifiniture alle quali Mackintosh ci ha abituato con il suo gruppo principale. Si può effettivamente affermare che “Fear Those Who Fear Him” sia un disco ancora più sgraziato e brutale del suo predecessore: l’approccio della band è qui assolutamente senza compromessi e il contrasto fra up e mid o downtempo è più marcato che mai. Pur rimanendo all’interno del solco che caratterizzava l’ultima fatica, i Vallenfyre non si sono fatti scappare l’opportunità di spaziare nel genere ed esasperare i vari estremi. “Messiah”, ad esempio, potrebbe arrivare dritta dal repertorio dei primi Terrorizer, ma poco dopo ecco esplodere i riffoni alla Celtic Frost di “Degeneration”, intuibili quanto azzeccatissimi, a far capire che dietro ogni angolo c’è sempre un altro microcosmo da esplorare. Episodi come “An Apathetic Grave” o “Cursed From The Womb”, infine, esaltano l’anima doom del gruppo, aprendo veri e propri abissi di miseria. Nel complesso, in questa occasione ogni traccia tende a mantenere un ritmo piuttosto costante per tutta la propria durata, invocando essenzialità ed efficienza ai massimi livelli. Non vi è un brano elaborato e cangiante come la title track di “Splinters” ed è chiaro che il lavoro in fase di composizione di Mackintosh questa volta abbia badato più che mai al sodo. Tale opera di sottrazione tuttavia non ha scalfito minimamente la qualità e l’ispirazione del risultato finale, sia a livello di contenuti che di forma. Con “Fear…” i Vallenfyre ancora una volta hanno ridisegnato leggermente i confini della loro musica, senza però tradirne lo spirito e la sostanza. Davanti a questi continui exploit non si può che parlare di vera e propria garanzia.