7.5
- Band: VALLORCH
- Durata: 00:48:54
- Disponibile dal: 21/12/2012
- Etichetta:
- Moonlight Records
- Distributore: Masterpiece
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Melodie che vengono dal passato scaturiscono dal primo full length dei veneti Vallorch, in un misto di medieval e folk metal perfettamente amalgamato: l’aggressività degli Ensiferum, la ricerca compositiva degli Equilibrium, il “tiro” dei Korpiklaani e tanta, tanta personalità. A differenza di molti dischi di questo genere, “Neverfade” non è un lavoro diretto: ha uno spirito che non si coglie fin dal primo ascolto, anche se si intuisce. Leggende, foreste, danze e battaglie: questo è il mondo che popola il sound della band; da sfuriate black a cavalcate power, tra scream, growl e voci femminili eteree o maestose, i Nostri non si risparmiano nulla, compresa una serie impressionante di strumenti (flauti, violini, cornamuse, fisarmoniche, glockenspiel) che accompagna chitarre, basso e batteria. Tutto questo, certo, potrebbe risultare ridondante ed appesantire il sound, ma – nella maggior parte dei casi – non lo fa, e anzi riesce a creare un’atmosfera magica ed epica. “Silence Oblivion”, per esempio, ci mostra il completo armamentario e potenziale dei folk-metaller veneti, accompagnandoci gradualmente: chitarra acustica e voci pulite (maschile e femminile) iniziano, entrano le percussioni ad accompagnare e, poi, quasi timidamente, la chitarra distorta. Irrompe poi lo scream, la batteria ed il resto degli strumenti: violino e cornamusa si alternano, per poi lasciare il passo ad un giro di stop-and-go che, in modo del tutto naturale, sfocia in un classico blackend folk. I cambi sono continui, naturali, le voci si alternano, cambiano e ci raccontano una storia di foreste e spiriti. Questo è “Neverfade”: dall’eticità marziale di “The End” che ci trasporta sul campo di battaglia, alla guida della carica, all’incalzare cupo di “Anguana”; dalla romantica malinconia di “Leave A Whisper” alla dirompenza di “Fialar”. Un disco ben suonato ed ottimamente composto ed arrangiato, fine e pesante allo stesso tempo, ma -sopratutto – con un pregio che, spesso, manca alle band folk-metal così ricche di strumentisti e cantanti: l’umiltà. L’umiltà di persone che credono nella loro musica e lo trasmettono all’ascoltatore, che hanno tante idee, ma uno stile deciso, capace di mantiene la bussola in tutte le canzoni. E pazienza se, ogni tanto, c’è qualche piccola ingenuità o se il voler perseguire il proprio stile accavalla troppi strumenti, rendendo alcuni passaggi un po’ caotici. Non importa, perché nella musica dei Vallorch non c’è traccia di quella boria o saccenza che spesso colpiscono formazioni dall’approccio musicale simile: si sente solo passione. Forse, visto il numero di band che propongono questo genere, c’è ancora qualche aspetto da limare per proseguire lungo la strada ed esprimere appieno la propria personalità, ma il potenziale c’è tutto. “Neverfade” è l’ennesimo disco che dimostra quante band valide e di portata internazionale esistano in Italia; ascoltando i Vallorch viene da chiedersi dove sarebbero questi ragazzi veneti se fossero nati in Germania o in Scandinavia…