VALLORCH – The Circle

Pubblicato il 10/04/2025 da
voto
6.5
  • Band: VALLORCH
  • Durata: 00:41:57
  • Disponibile dal: 14/03/2025
  • Etichetta:
  • Rockshots Records

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A ben dieci anni di distanza dal precedente “Until Our Tale Is Told”, tornano i veneti Vallorch con il loro folk metal sinfonico, sempre più a cavallo fra Eluveitie ed Epica, portabandiera di un genere che nel tempo ha visto un po’ assottigliarsi il suo pubblico di riferimento.
Il nuovo lavoro esce per Rockshots Records, e si sente sicuramente che, rispetto al passato, sono cambiate tante cose a livello di produzione e sonorità: non si arresta infatti quel cambiamento più melodico e mistico derivato dal disco precedente, nonostante tutti questi anni lontani dallo studio.
Chi è affezionato al quintetto ritroverà con molto piacere la voce sognante di Sara Tacchetto, la chitarra di Mattia Buggin, il basso di Leonardo Dalla Via e la batteria di Massimo Benetazzo, con l’aggiunta di Marco Povolo a tastiera e bouzouki: ancora una volta questa commistione strumentale e vocale mette, come al solito, al centro le leggende delle loro amate Alpi, legate in particolar modo alla notte.
Si parte infatti subito con la sinfonica “To The Silver Summit”, dove a farla da padroni sono proprio voce pulita e tastiere, mentre “Hellpath” ci riporta sulle strade più vicine agli strumenti tradizionali, grazie ad una buona combinazione tra il flauto, la chitarra elettrica e lo scream. Siamo insomma più dalle parti degli Epica, anche con la buona “Circle Of The Moon” e la festaiola “Drink Some More!”, che si avvalgono anche del violino di Serena Zucco, capace di donare al tutto una cadenza danzereccia e quasi ipnotica, visti i numerosi giri strumentali ripetuti.
Per i Vallorch, dunque, fino a questo momento la strada è sicura, coadiuvati da una produzione molto nitida e precisa: abbiamo però sinceramente preferito la seconda parte del disco che si apre dopo la ballad “Antermoia”, dedicata all’omonimo lago della Val Di Fassa, dove ci sembra che il quintetto veneto provi a sperimentare un po’ di più tornando alle atmosfere dell’ottimo debut “Neverfade”.
Partendo dalla sesta traccia, infatti, si comincia a respirare un vento più gelido e meno mistico: “Röte Löon”, probabilmente il miglior pezzo dell’album, sembra uscita direttamente da un disco degli Heidevolk, mentre la sbeffeggiante “Salbanéo” sembra fare l’occhiolino ai Finntroll, con un ottimo assolo a metà pezzo. Le due conclusive “The Wild One” e “Dyssomnia”, con le loro epiche cavalcate folk metal sempre in bilico con la sinfonia e con la parte più metal, chiudono un ritorno un ritorno sulle scene sinceramente piacevole, ma ancora lontano dai gloriosi fasti della band.
Certo, sicuramente “The Circle” farà piacere in particolare a chi segue qualcuna delle band sopracitate, ma complessivamente, forse, ci saremmo aspettati qualcosa di più da questo ritorno: seppure la seconda parte del disco sia molto interessante, si nota una certa volontà di inseguire alcuni trend che vanno nella direzione sinfonica a scapito  a volte dell’utilizzo degli strumenti tradizionali, cosa che contraddistingue alcuni dei lavori migliori della band e del folk metal nostrano.
In ogni caso, parte di quella magia c’è ancora: chissà che dal cerchio magico non escano anzitutto dei bei live e, in futuro, un quarto disco…

TRACKLIST

  1. To The Silver Summit
  2. Hellpath
  3. Circle of the Moon
  4. Drink Some More!
  5. Antermoia
  6. Röte Löon
  7. Salbanéo
  8. The Wild One
  9. Dyssomnia
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