VAMACHARA – No Roses on My Grave

Pubblicato il 02/05/2023 da
voto
8.0
  • Band: VAMACHARA
  • Durata: 00:30:00
  • Disponibile dal: 28/04/2023
  • Etichetta:
  • Closed Casket Activities

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Nati nel 2013 in California, i Vamachara hanno subito cercato di costruire una propria identità puntando su una fusione di varie correnti hardcore e metalcore, rilasciando vari demo ed EP prima di accasarsi stabilmente presso la sempre affidabile Closed Casket Activities, la quale ha pubblicato tutti gli ultimi lavori dei ragazzi. Quattro anni di attesa, tra tour e la pausa forzata causata dalla pandemia, hanno quindi condotto a questo nuovo “No Roses On My Grave”, secondo full-length in cui la band recupera le narrazioni desolate dei Disembodied e le deforma attraverso trame più serrate e compresse, in cui si sentono sia la severa anima mosh di primi Throwdown e Bury Your Dead, sia quel caos controllato, quella decostruzione di tutto in chiave selvaggia e discordante ultimamente celebrata da realtà come i Jesus Piece. La maggiore pienezza della produzione – curata da Taylor Young (Nails, Xibalba, Kruelty) – questa volta consente ai Vamachara di valorizzare appieno tutta la forza e l’impatto di una sezione ritmica capace di erigere un muro di suono devastante, ma, a ben vedere, è il songwriting nel suo insieme ad avere preso una piega più brutale che mai, mettendo davanti a tutto un impianto asciutto, definito, altamente percussivo, che sembra perennemente incitare alla guerriglia urbana.
Negli ultimi tempi si sta consolidando un panorama di formazioni metalcore a cui non interessa affatto smussare gli spigoli, decomprimere il suono con pennellate di melodia e strizzare l’occhio al mainstream con il passare degli anni e delle uscite; resiste qui una forte componente underground, la voglia di fare male, di manipolare il suono per renderlo pesante o tagliente, narrando di morte, inquietudine e ossessioni. “No Roses On My Grave” rimescola gli elementi che avevano composto i lavori precedenti in maniera più compatta, avvalendosi di una resa sonora maggiormente moderna solo per rendere la proposta più lucida e al contempo fragorosa.
La band gioca con un patrimonio musicale tanto importante quanto intoccabile e spesso pericoloso. Non è facile infatti citare liberamente certi nomi e spingere sul lato mosh o beatdown senza cascare inevitabilmente nel banale e nel didascalico. La forza dei ragazzi californiani sta proprio nel non arrendersi a quest’anonimato, nel dare ai pezzi un’impronta avvincente, tirando fuori dalle ombre di questa caliginosa unione di hardcore e metal una lunga serie di ‘hook’, pinch harmonic, stridore di frammenti industriali, esalazioni sulfuree, tribalismo invasato. Una traccia come la strumentale “10551” apre inaspettatamente alla malinconia, ma, per il resto, i Vamachara procedono in solitaria, coriacei e ostinati, allestendo un oscuro monumento di intensità e frenesia, tanto affine a smorfie di dolore quanto ad un rigetto violento, un raptus incontrollabile. Un pezzo come “Pincushion” parte in un modo per poi prendere molteplici strade, aprirsi a svariati cambi di tempo, rallentare e accelerare sempre nel nome della devastazione. È un divertimento cercare di seguire questa costruzione musicale tesa e rabbiosa, provando al contempo a immaginare come alcuni di questi episodi possano rendere in concerto. “No Roses On My Grave” sa infatti colpire per certe geometrie impazzite, ma anche risultare particolarmente immediato per la fisicità trasmessa dallo spessore del suono. A conti fatti, ascoltare il disco è come viaggiare su un treno con la sensazione di un imminente deragliamento: ansia costante, ma perchè non rischiare e continuare la corsa, ovunque essa ci porti?

TRACKLIST

  1. From Miles Away
  2. How Long Until It Kills Me
  3. Pincushion
  4. Anathema
  5. 10551
  6. Desires Deceased
  7. Nemesis
  8. Atone
  9. Make Your Exit
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