
8.0
- Band: VAMPIRE
- Durata: 00:39:46
- Disponibile dal: 19/06/2020
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Stasi creativa e blocco dello scrittore per il momento non sono concetti noti ai Vampire, band da sempre puntuale nelle uscite e al contempo in continua evoluzione sul versante stilistico. Sono sempre più distanti le brucianti scariche death-thrash dell’omonimo esordio, quelle che provavano a tradurre Possessed e Necrovore per ragazzi cresciuti nel revival old school degli anni Duemila: la luna del misterioso gruppo di Gothenburg da qualche tempo sta ruotando verso la sua faccia più luminosa. Come già accaduto nel magnifico “With Primeval Force”, questi bagliori di luce sono il segno di un avvicinamento verso qualcosa di originario e profondo, un sound fondamentalmente senza tempo, che vuole sempre più smarcarsi dallo scontato destino circolare di tante realtà condannate a rimanere immobili e a riproporre le stesse cose all’infinito. Con “Rex” gli svedesi confermano tutto quello manifestato sinora: innanzitutto la capacità di scrivere canzoni emotivamente intense, dal respiro ampio e dall’andamento epico. Sono ancora presenti alcuni episodi particolarmente essenziali, ma il grosso dell’opera si svela più lentamente, per una forma di naturale obliquità che attraversa le canzoni. Una melodia sontuosa e una sempre più solida componente classic metal si insinuano nelle fessure, prendendo spesso il posto del consueto drumming serrato e lasciando l’anima più estrema sullo sfondo. La band condivide membri con il fenomeno rétro heavy metal Portrait e, sulla scia di questi ultimi, sembra che ora senta il bisogno di rimettersi in contatto con la tradizione, con certe radici anni Ottanta, sposando la propria tipica attitudine impetuosa con sfumature e variabili più lucenti, esigenze espressive e di ricerca non relegabili alla semplice rabbia. In questo senso, “Rex” ci fornisce una nuova idea della complessità del progetto Vampire, una visione più emozionale, piena di forza ma anche di nostalgia per qualcosa di ineffabile e fuori dal tempo. Una rinnovata potenza espressiva che, con le dovute proporzioni, si posa tra un “Melissa” e un “The Somberlain”, avvolgendo, scuotendo e trafiggendo. “Inspiritus”, “Moloch”, “Anima” e “Melek-Taus” sono i gioielli più fulgidi di un disco completo e ispirato, che nel suo sviluppo non vuole tralasciare nulla, facendo tesoro della lezione di un passato lontano e restando al tempo stesso profondamente legato ai contrasti e all’inquietudine dei mondi death e black metal. “Rex” è l’ennesimo centro da parte di una band sempre più personale.