8.0
- Band: VANHELGD
- Durata: 00:40:31
- Disponibile dal: 12/07/2024
- Etichetta:
- Dark Descent
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Esce a distanza di quasi sei anni dal precedente “Deimos Sanktuarium” e suona come la celebrazione di quasi vent’anni di carriera e di ricerca sonora, il nuovo capitolo discografico dei Vanhelgd; un album che rappresenta una vera e propria prova di forza, frutto di una gestazione prolungata e attenta. Abituata a pubblicare nuovi lavori con cadenza biennale o triennale, questa volta la death metal band svedese ha deciso di prendersi ancora più tempo, e il risultato è un’opera che brilla più che mai per complessità melodica e raffinatezza compositiva.
In questo contesto un po’ più armonico del solito, la chitarra solista, in particolare, questa volta emerge come protagonista indiscussa, tessendo trame evocative e ricche di sfumature. Gli sforzi di Mattias Frisk e Jimmy Johansson nella carriera del gruppo non sono mai stati soltanto un accompagnamento ai riff, ma nel caso del materiale di “Atropos Doctrina” si può a tutti gli effetti parlare di una voce narrante in grado di guidare l’ascoltatore attraverso scenari sonori mutevoli e affascinanti. Rispetto al precedente album, che aveva un’anima più doom e torbida, il disco si presenta più vivace e tumultuoso, senza però ovviamente rinunciare a quella profondità che ormai da tempo è diventata un marchio di fabbrica della formazione.
Se “Deimos Sanktuarium” a tratti esasperava e stressava certe vibrazioni monocolore, il nuovo “Atropos Doctrina” – pur tenendosi ben lontano dal death metal essenziale e sfrontato dei lontani esordi – reintroduce momenti di ritmica mordace e un tono più urgente che conferiscono una rinnovata energia alla musica dei Vanhelgd, la cui severità è spesso amplificata dall’utilizzo della lingua madre nei testi. Alcuni brani, caratterizzati da una durata particolarmente breve, spezzano il ritmo e aggiungono un dinamismo che rende la tracklist più imprevedibile e avvincente. Questa varietà strutturale è senz’altro una delle chiavi del successo di “Atropos Doctrina”, dove ogni traccia si sviluppa a suo modo, evitando di replicare a tutti i costi lo schema o il mood di quella precedente.
Su tutto, comunque, è la personalità dei Vanhelgd ad emergere con forza: il quartetto continua infatti ad architettare un ibrido tra death, black e doom metal che non trova molti eguali nella scena odierna. Le influenze e l’attitudine old-school sono presenti e ben radicate, ma la band ancora una volta evita saggiamente il semplice revival nostalgico, preferendo creare un suono distintivo che fonde elementi di Edge Of Sanity, Desultory, Unanimated, primi At The Gates e Paradise Lost. Questi richiami emergono in modo sottile, senza mai soffocare l’identità ormai consolidata della formazione, da tempo abilissima nel miscelare diversi spunti in un tessuto sonoro coerente e personale, dotato di una caleidoscopica trasversalità che ci fa penetrare vari stati d’animo con la stessa intensa immersione. Non a caso, ogni ascolto di questo melange equilibratissimo di accelerazioni e galleggiamento rivela nuove sfumature, dimostrando come la lunga attesa sia stata ampiamente ripagata.
Con “Atropos Doctrina”, i Vanhelgd insomma non solo rispettano la loro tradizione, ma ampliano i confini del loro suono denotando innata tenacia e ulteriore voglia di interpretare le loro classiche influenze sotto diverse prospettive, per un risultato finale capace di oscillare brillantemente tra una nuova estetica ed eleganti cenni al passato.