7.5
- Band: VARATHRON
- Durata: 00:49:13
- Disponibile dal: 21/11/2014
- Etichetta:
- Agonia Records
- Distributore: Masterpiece
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I Varathron hanno alle spalle un passato ‘glorioso’, se non altro per aver fatto parte della prima ondata della scena black metal greca dei primissimi Anni ’90, che teneva testa alle produzioni uscite come un fiume in piena dalla Scandinavia in quel periodo. La carriera della band, tuttavia, ha visto molti giorni cupi ed il nuovo “Untrodden Corridors Of Hades” è soltanto il quinto full length album nonostante i Varathron siano in giro dal 1988! Della formazione di quel periodo è rimasto soltanto il cantante Necroabyssious ed è pertanto inevitabile che dopo tutto questo lasso temporale, dopo una pausa durata ben nove anni e dopo molteplici cambi di formazione, anche lo stile sia di molto cambiato. La band ellenica non è famosa per aver rilasciato dei capolavori ed in più di un’occasione ha deluso le aspettative. Non stavolta però, perchè il nuovo “Untrodden Corridors Of Hades” è un lavoro di tutto rispetto, il migliore rilasciato dal gruppo assieme allo storico esordio “His Majesy and the Swamp”. L’opener, a dire il vero, spiazza e non poco l’ascoltatore, che magari si aspetta un album grezzo di occult black metal pieno di richiami allo stile old school sporco e minimale. Con “Kabalistic Invocation Of Solomon” sembra piuttosto di ascoltare una band potente di viking metal: tornano alla mente infatti persino i Thyrfing di “Farsotstider”, mentre il riffing spezzettato non può non far ricordare gli Einherjer di “Dragons Of The North”! Suona strano, ma lo stile tra i Varathron ed una viking metal band nel brano d’apertura è piuttosto simile, anche se l’atmosfera epica nel gruppo greco non è così spiccata. Quello che colpisce immediatamente è la produzione eccellente, chiara e potente allo stesso tempo. Ma i Varathron stupiscono anche grazie ad una base ritmica devastante ed a una tecnica più che discreta, fattore assolutamente non scontato. Brani come “Arcane Conjuring” dimostrano la maturità stilistica e tecnica raggiunta dal gruppo su questo album: un lavoro molto tecnico, pesante quanto serve, ma anche veloce ove necessario. A tratti il mood è quello di un gruppo doom, più spesso c’è un’aura cupa ed occulta ad ammantare i brani di questa release, ma non mancano anche i passaggi più melodici e di ampio respiro. Quella punta di epicità esce di tanto in tanto grazie soprattutto a dei cori messi in sottofondo che sostengono le parti in cui sono presenti, come ad esempio nel trionfale epilogo. Le linee di chitarra sono semplici ma di ottima fattura e si fissano subito in testa dell’ascoltatore, come su “Leprocious Lord”. Sulle parti cadenzate i Varathron sono davvero impressionanti e, consci del proprio potenziale, mantengono buona parte dell’album su questo ritmo. Questo quinto lavoro dei greci è davvero complesso: solo apparentemente scarno, lo stile è persino moderno, ma l’aura magica che conserva mantiene legata la band al periodo dell’esordio, seppur in modo poco rimarcato. Anche sui tempi veloci la band si dimostra più che abile e mai scontata, infatti “The Bright Trapezium” risulta un buon brano black metal con una sua personalità intatta ed una maestosa atmosfera apocalittica. La band stupisce su ogni brano e si riesce già a comprendere la potenzialità di questa release in un’eventuale sede live, a patto che la band sappia riprodurre la medesima energia anche sul palco. Sul finire dell’annata arriva inaspettatamente un album di tutto rispetto da chi non te l’aspetti o da coloro in cui avevi perso fiducia. Gruppo storico, ma anche una vera e propria rivelazione!