6.5
- Band: VATICINAL RITES
- Durata: 00:35:32
- Disponibile dal: 10/05/2024
- Etichetta:
- Everlasting Spew Records
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I Vaticinal Rites sono un gruppo di recente formazione proveniente dal Regno Unito, i cui membri partecipano delle attività musicali di diversi altri progetti, condividendo soprattutto il batterista Max Southall con i più noti Hellripper in sede live.
Con solamente un EP pubblicato nel 2021, giungono alla prova del primo full-length per la nostrana Everlasting Spew Records, etichetta attenta ai movimenti del sottobosco death e doom metal che in più occasioni è stata in grado di volgere uno sguardo lungimirante a gruppi dal destino fortunato – Vitriol, Gaerea e Convocation su tutti.
Non sappiamo ovviamente prevedere se questa potrà essere o meno la sorte della giovane formazione death metal inglese, ma ci sentiamo di dire che questo “Cascading Memories Of Immortality” non rappresenta l’operato di un gruppo al momento particolarmente degno di nota e in grado di spiccare nell’ormai saturissimo panorama death metal.
I Vaticinal Rites ci propongono un sound molto classico attraverso il loro death metal di stampo floridiano, i cui echi si sono riverberati anche nella musica di alcune formazioni europee come Sinister e Severe Torture; sono dunque innanzitutto Deicide e Monstrosity i primi nomi che vengono alla mente dell’ascoltatore, gruppi che hanno chiaramente prodotto alcuni dischi annoverati tra i caposaldi di un genere e il cui peso riesce ancora oggi a farsi sentire.
Ai nostri non manca formalmente alcuno degli elementi che vanno a comporre la formula in questione, tra riff di chitarra spesso terzinati, sprazzi melodici che addirittura riescono a ricordarci i Vital Remains di “Dawn of The Apocalypse” e un batterismo sì tecnico ma mai fine a se stesso, differentemente dall’approccio impiegato da gruppi death metal più recenti.
Si può dunque dire che una certa musicalità sia presente in “Cascading Memories Of Immortality”, caratteristica affatto scontato in questi ambiti, dove spesso la scrittura dei pezzi tende a essere inconcludente e tesa soprattutto alla soddisfazione del musicista; la produzione del disco, seppur non particolarmente interessante, aiuta in questo senso l’ascoltatore ad apprezzare quanto di buono scritto dal gruppo: mai esagerata né scarna, bensì molto bilanciata e adatta alla proposta.
Tuttavia nessun riff risulta particolarmente accattivante, nessuna linea vocale spicca per brutalità e nessuna figura ritmica resta impressa nella memoria, laddove la capacità di essere ricordati e riconosciuti ai primi ascolti è invece caratteristica tipica dei gruppi menzionati e dei dischi a cui in generale si ispirano i Vaticinal Rites. I pezzi che compongono il disco tendono ad essere facilmente confondibili, tant’è che in più di una occasione si ha l’impressione di aver già ascoltato ripetutamente un certo tipo di soluzione adottato altrove nell’incedere della tracklist.
Al gruppo va certamente riconosciuta la realizzazione di un album perfettamente inquadrato all’interno di un genere ben riconoscibile, realizzato con perizia e gusto in maniera coerente alla tradizione in cui i Vaticinal Rites vogliono evidentemente inserirsi. Tuttavia una generale e forse eccessiva omogeneità nella scrittura dei pezzi – fatta forse eccezione per “Siphoning Plasma from the Gods” e la titletrack in chiusura – non permette di considerare “Cascading Memories Of Immortality” più di ciò che realmente è, ossia un disco di fatto non molto brillante, scritto e prodotto da un gruppo che paga esclusivamente tributo a un filone che ha probabilmente già dato tutto ciò che poteva offrire.