7.5
- Band: VEIL OF CONSPIRACY
- Durata: 00:45:30
- Disponibile dal: 27/08/2021
- Etichetta:
- BadMoodMan Music
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I Veil Of Conspiracy nascono a Roma nel 2016, su iniziativa di musicisti già attivi con altre band di discreto rilievo come Ars Onirica, Invernoir e Lykaion, ed il loro esordio del 2019, intitolato “Me, Us And Them”, è un ambizioso concept che si addentra nei meandri della mente umana attraverso un metal estremo eterogeneo ed articolato, ottenendo diversi riscontri positivi da critica e pubblico. Il suo successore, “Echoes Of Winter”, è un ulteriore passo avanti in termini di scrittura e di esecuzione e ci consegna una band matura e con una forte identità, con i piedi saldamente radicati nelle proprie influenze, ancora fortemente presenti, ma con un suono personale e distinguibile. Il quintetto romano, infatti, pesca a piene mani dalla tradizione di band quali Opeth, Katatonia e Novembre, ma reinterpretando la materia con la propria sensibilità ed esperienza e muovendosi in un ambito dal gusto decisamente vintage; in particolare, il punto di riferimento principale sembra essere la formazione di Jonas Renske, sia nella versione death/doom degli anni ’90 sia in quella darkeggiante di un disco come “Discouraged Ones”: della prima si sentono le atmosfere glaciali ed il cantato vicino al black, dalla seconda vengono ripescati i riff melodici, i brani coincisi con strutture snelle e la voce pulita ed evocativa, in alcuni momenti veramente molto simile a quella del cantante svedese. Sono presenti parecchi assoli di chitarra di stampo prog metal che, unico neo, in alcuni casi suonano un po’ forzati, ma tutto sommato non impediscono ai pezzi di risultare scorrevoli ed immediati. Il filo conduttore di tutto il disco è un mood oscuro e gelido, la colonna sonora di un inverno che sembra non finire mai, e che è evidente fin dai titoli delle canzoni e dalla copertina. Tra i singoli pezzi, citiamo “Grim Light”, la più doom del lotto, e la conclusiva “Where Sun Turns To Grey” che, con la sua alternanza tra la suadente voce femminile di Gogo Melone (Aeonian Sorrow) ed un growl cavernoso, ci ricorda la disperazione dei Draconian. Nel complesso, “Echoes Of Winter” è un disco molto valido, che va a consolidare la felice tradizione dei gruppi capitolini in ambito death/doom e non faticherà ad attirare l’attenzione degli appassionati di questo filone musicale.