7.5
- Band: VEILBURNER
- Durata: 00:49:00
- Disponibile dal: 15/11/2024
- Etichetta:
- Transcending Obscurity
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Il numero sette ha un significato molto forte, non solo per la numerologia ma anche per una cultura più popolare, ed è spesso abbinato alla conoscenza, alla ricerca della verità ed alla perseveranza, dote che, indubbiamente, non manca ai Veilburner.
Giunti alla loro settima uscita, hanno dato alla luce un album composto da sette canzoni, ciascuna delle quali ha una durata di sette minuti esatti e, con una coerenza totale rispetto al loro percorso musicale, ancora una volta si tratta di una materia difficilmente decifrabile: gli americani, infatti, continuano a proporre un estroso ibrido di black metal e death metal, riuscendo a produrre album che suonano sempre diversi tra loro.
In passato, ottimi dischi quali “The Obscene Rite” o “A Sire To The Ghouls Of Lunacy” seguivano la scia di quel tipo di black metal in cui la libertà espressiva regna sovrana – un qualcosa di paragonabile ai Deathspell Omeg, perlomeno a livello attitudinale – mentre da “Lurkers In The Capsule Of Skull” la componente death metal ha iniziato ad occupare una quota più importante.
Questa tendenza prosegue con “The Duality Of Decapitation And Wisdom” e, anzi, si consolida attorno ad atmosfere fortemente esoteriche, riuscendo a focalizzare come mai prima quell’energia e quell’esuberanza che, in alcuni episodi precedenti, non sembravano esprimersi con completezza. La parte più acida della loro musica si integra in modo convincente con quella brutale e selvaggia in un’opera coesa e scorrevole, sicuramente di fruizione non semplice ma con un senso compiuto. Dissonanze, ritmi folli e mutevoli, rumori inquietanti e un riffing complesso sono ingabbiati in strutture non convenzionali, in un improbabile unione tra Nachtmystium ed Ulcerate, mentre una voce che si divide tra growling e screaming ci guida in un viaggio attraverso le profondità dell’inferno.
In “III Visions Of Hex-Shaped Hiss, Behead The Howling Spirit” e “The Duality Of Decapitation And Wisdom Part II” il lato psichedelico è particolarmente enfatizzato, così come nella tribale “V.I.I. (Voured Ichneumous Icon)”, il momento più sperimentale in assoluto, mentre “Shadows Of A Shadow” e “Woe Ye’ Who Build These Crosses…Are Those Who Will Serve Us Death” si distinguono per chitarre robuste dal gusto thrash. L’unico passaggio un po’ sfocato può essere individuato in “Tem Ohp Ab In Mysticum”, probabilmente perché, in un contesto improntato sull’eccentricità, è il brano più diretto e lineare.
“The Duality Of Decapitation And Wisdom” è, come ci si poteva immaginare, differente da ciò che l’ha preceduto, in quella che, più che un’evoluzione, sembra una ricerca senza fine di un suono peculiare e che, questa volta, ha permesso al duo proveniente dalla Pennsylvania di conseguire un traguardo interessante. Considerando l’imprevedibilità dei Veilburner, è difficile pensare che questa possa essere una soluzione stabile, ma la speranza è che i due musicisti mantengano a lungo la creatività e l’ispirazione attuali.