7.5
- Band: VENAMORIS
- Durata: 00:35:33
- Disponibile dal: 28/02/2025
- Etichetta:
- Ipecac Recordings
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La sinergia moglie-marito nella musica ha spesso dato vita a progetti di valore assoluto come – giusto per citarne alcuni – Arcade Fire, White Stripes, Sonny & Cher nell’ambito pop o Jucifer, Within Temptation o Mamiffer in quello metal. Quello dei Venamoris rappresenta, insieme agli stessi Mamiffer della coppia Coloccia-Turner (Isis), un esempio di trasversalità che non prevede confini di generi o limiti di alcun tipo, il cui risultato è un mix di atmosfere acustiche ed elettriche che vanno dal dark, elettronica fino alle sperimentazioni di cantautorato di scuola Mike Patton. Non è un caso infatti che questo nuovo “To Cross Or To Burn” esca per l’etichetta di Mike, sempre attenta a questo genere di uscite, difficilmente catalogabili in un genere solo.
Quella dei Venamoris, formati da Dave Lombardo e dalla compagna Paula, è una musica multiforme in cui la voce della cantante si veste degli arrangiamenti a cura dell’ex Slayer che solo raramente sfociano nel metal vero e proprio, prediligendo atmosfere a volte vicine al trip hop fumoso dei Portishead, accenni alle sperimentazioni dell’ ultimo Scott Walker fino ad un certo rock elettronico anni Novanta.
Il suono aggressivo e il groove della batteria di Dave è presente in ogni brano, immediatamente riconoscibile ma ben fuso con il resto degli arrangiamenti che abbracciano un arcobaleno di suoni e soluzioni veramente ampio. Si va dal jazz in shuffle della stupenda “Stain Of Pain” impreziosita dall’elegante basso di Rà Diaz dei Suicidal Tendencies e dagli splendidi fraseggi acustici di chitarra a cura di Alex Skolnick, passando per l’elettronica dark dai suoni dissonanti della title-track, fino al trip hop moderno di “In The Shadows” infuso con la pesantezza dei Melvins più atmosferici.
Quello che stupisce nei brani di “To Cross Or To Burn” è la grande varietà delle soluzioni sonore, curate nei dettagli ed atti a rendere il mood generale molto più opprimente e notturno rispetto al disco precedente, tanto che una canzone come “Thruth” sembra uscire da un disco come “Maxinquaye” di Tricky.
Le chitarre non rappresentano mai il fondamento della musica dei Venamoris, quanto piuttosto uno strumento ulteriore per creare un suono denso e pieno, ma riescono comunque a trovare il loro spazio nella sorprendente cover di “Animal Magnetism” degli Scorpions, perfettamente in grado di inserirsi nell’economia dell’album, e che vede come ospite un Gary Holt particolarmente ispirato. Si rimane su territori più rock con l’industiral reznoriano di “Trust”, forse il momento più diretto e meno sperimentale, caratterizzato da una prova vocale di Paula che porta alla mente atmosfere shoegaze anni Ottanta.
“To Cross Or To Burn” è un lavoro che dimostra una grande intesa musicale tra i coniugi Lombardo, risultando in un grosso passo avanti rispetto al debutto. Un progetto di valore assoluto, a patto che ci si tolga per un momento il giubbino da metallaro duro e puro. Decisamente sorprendente.