5.0
- Band: VENDETTA
- Durata: 00:39:30
- Disponibile dal: 24/02/2017
- Etichetta:
- Massacre Records
- Distributore: Audioglobe
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Prosegue nell’anonimato la seconda fase di carriera dei thrasher tedeschi Vendetta. Se i primi due album rilasciati negli anni ’80, “Go And Live … Stay And Die” e “Brain Damage”, possono essere considerati dei classici minori del thrash teutonico, il materiale rilasciato negli anni 2000 è rimasto finora ben lontano da quei livelli. È mutata la rotta musicale, ora rivolta verso un thrash più groovy e americaneggiante, una scelta dovuta in buona misura allo stravolgimento della line-up, che della vecchia guardia conta ora soltanto il bassista Klaus “Heiner” Ullrich. Gli altri componenti della band non hanno nulla a che spartire con gli anni giovanili, situazione che già da sola rende abbastanza inspiegabile la continuazione dell’attività sotto il moniker Vendetta. Ciò sarebbe un problema relativo, se vogliamo, mentre la questione più spinosa è proprio la qualità scadente delle canzoni. Tutte quante si insabbiano in midtempo monocordi, più o meno accelerati, più o meno heavy, mai intensi o caratterizzati da stacchi brucianti e momenti che regalino un pizzico di adrenalina. Se la compressione delle chitarre toglie colore alle stesse, ma conferisce almeno una discreta botta di suono, constatiamo purtroppo di essere alle prese con riff generici, che potrebbero arrivare da qualsiasi manipolo di ragazzini inesperti impegnati nella registrazione del primo demo. Il lavoro alle pelli è privo di fantasia, il drummer insiste su tempi quadrati molto scolastici, per nulla impattanti, che non riescono mai a far male, complici suoni di batteria piuttosto inadeguati. Non porta a segno punti a favore nemmeno la prestazione vocale, anche questa assolutamente generalista. Mario Vogel rimane a metà strada fra un ringhio sporco e selvaggio e la frequentazione di linee pulite affini all’heavy metal classico, assestandosi sui medesimi standard di mediocrità degli altri membri del gruppo. “The 5th”, titolo che già di per sé spiegherebbe eloquentemente le poche idee in possesso della formazione (basta contare per sapere che stiamo ascoltando il quinto disco dei Vendetta, non c’era bisogno di scriverlo nel titolo…) denota qualche sprazzo di (modesto) ingegno giusto all’altezza degli affilati assoli e in qualche stacco ignorante un po’ più vivace della media. L’unica canzone che si salva, grazie a un retrogusto hard rock abbastanza carico di mordente, è la penultima traccia “Religion Is A Killer”, nella quale ascoltiamo l’unico ritornello appena accettabile della raccolta. Sufficiente e poco più l’arpeggiato acustico di “Nevemind”, quando almeno la band prova a mescolare le carte e si avventura in qualcosa di diverso dal canovaccio dominante. Se non siete proprio degli accaniti fan dei Vendetta, potete passare oltre senza alcun senso di colpa.