7.5
- Band: VENOM
- Durata: 00:51:51
- Disponibile dal: 26/01/2015
- Etichetta:
- Spinefarm
- Distributore: Universal
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Ed alla fine ci ritroviamo a parlare del un nuovo parto discografico dei Venom, un gruppo che incarna la storia del metal tutto, specialmente delle correnti più estreme e meno inclini al compromesso che ci siano. Nell’ampio track by track pubblicato qualche tempo fa sulle nostre stesse pagine abbiamo già abbondantemente parlato e descritto il materiale musicale contenuto nel nuovo “From The Very Depths”, sottolineando un importante ritorno del terzetto a livelli qualitativi più che accettabili dopo il periodo poco felice del primo decennio del nuovo millennio, dovuto probabilmente all’amalgama vincente che la line-up del gruppo vive da qualche anno a questa parte, capace di tirare fuori il meglio dalla penna compositiva del sempre più indiavolato Cronos. Il pesante passato dei Venom, certo non rinnegato dall’attempato frontman, viene visto però come un capitolo ormai chiuso della loro carriera, ed il metal muscoloso e moderno da loro interpretato oggi ne è un esempio chiaro e palese, dimostrazione di forza e prolificità di musicisti ancora ispirati ed esperti conoscitori dei più fini trucchi del mestiere. “Rise”, “Stigmata Satanas” o “Temptation” lo dimostrano con i fatti, essendo canzoni ottimamente scritte e a loro agio nel coniugare al tempo presente l’estetica musicale di una band nata 35 anni fa, eppure per niente pervinta a seguire docilmente le mode odierne per rimanere a galla: a conti fatti, è probabilmente questo il pregio più grande dell’album, ovvero quello di riuscire a ridefinire i propri canoni di genere senza seguire pedissequamente quello che accade nel mondo metallico al giorno d’oggi. Certo, Cronos e compagni hanno attentamente osservato quello che succede loro intorno da qualche anno a questa parte, ma l’attitudine da “primi della classe” non è andata perduta ed ha portato la band a comporre un lotto di brani dalle strutture lineari e poco sorprendenti forse, ma vincenti e convincenti nel contenuto stesso, nei riff, nelle linee vocali, nei brani nel loro complesso. “The Death Of Rock’n’Roll” e “Long Haired Punks” faranno scendere qualche lacrimuccia ai vecchi appassionati del periodo “Welcome To Hell – At War With Satan”, ma senza retrospettive nostalgiche, si segnalano come due perfetti esempi della furia primigenia che ancora anima lo spirito dei Venom e le altre canzoni contenute in “From The Very Depths”. Pochi filler e tanta attitudine fanno insomma di questo album un ritorno credibile e sincero dei Venom, impressionati ma non eccessivamente influenzati dalle moderne correnti heavy metal e, cosa fondamentale, ancora capaci di scrivere brani freschi e coinvolgenti, votati naturalmente al male più oscuro e luciferino.