7.5
- Band: VENOM INC.
- Durata: 00:53:43
- Disponibile dal: 23/09/2022
- Etichetta:
- Nuclear Blast
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Non ne abbia a male il buon Cronos, ma se in questo momento dovessimo parlare di Venom, riterremmo corretto affiancare al nome della band, proprio sul finale, un Inc. chiaro e tondo, così da ben definire la portata di questo secondo monicker. Se da una parte, infatti, abbiamo una band ferma al peso storico dei suoi primi tre album, non essendo poi più riuscita a realizzare qualcosa di veramente concreto, tanto in studio quanto, soprattutto negli ultimi tempi, on stage (a Villafranca ne abbiamo avuto un perfetto esempio), dall’altra vi è un terzetto in grado di dare un senso compiuto alla propria esistenza sonora. E questo, grazie al chitarrista che, guarda caso, presenziò in quei famosi tre dischi. Mantas, alias Jeff Dunn, dal 2002 ha infatti lasciato la casa madre con sede a Newcastle per cercare nuove avventure, nuovi stimoli. Prima l’omonimo progetto, quindi gli M-Pire Of Evil, infine i Venom Inc.; in entrambi i gruppi, un vecchio compagno di viaggio, Tony ‘Demolition Man’, anch’esso ex membro dei Venom ai tempi di “Prime Evil”. Ed è proprio sui Venom Inc. che i nostri hanno puntato l’attenzione, pubblicando due lavori di heavy-thrash ben costruito e compatto. Nessun sensazionalismo, sia chiaro, ma almeno la volontà di rimanere al passo coi tempi, cercando di inserire anche qualche elemento innovativo.
E se con “Avé” erano state gettato le prime basi, con il qui presente “There’s Only Black”, a fronte di una copertina pressochè anonima, Mantas, Tony e il batterista War Machine (Jeramie Kling) hanno alzato il livello della proposta, mettendo ancor di più la pluridecennale esperienza al servizio del metallo che avanza. Ed è qui che entra in gioco la caratura di Jeff Dunn, vero protagonista di questo secondo full-length, stendendo riff e trame melodiche di assoluto spessore, accompagnando i terremotanti passaggi della sezione ritmica. Prendete “Infinitum”, “How Many Can Die”, “Burn Liar Burn” (la migliore per chi scrive, proprio per la sua doppia faccia emotiva), e pure la title-track o “Come To Me”; perfetti esempi di come si possa costruire un signor brano, di quelli con la B maiuscola, senza dover per forza eccellere in virtuosismi esasperati. E se vogliamo pure tralasciare la questione su chi si debba meritare l’appellativo di ‘veri’ Venom, l’Incorporation britannica ha sicuramente un passo in più rispetto ai colleghi di monicker, e questo “There’s Only Black” non ha fatto altro che confermarlo.