7.0
- Band: VERNI
- Durata: 00:45:23
- Disponibile dal: 26/07/2024
- Etichetta:
- M-Theory
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In attesa di vederlo in azione con gli Overkill sul palco del Metalitalia.com Festival, il prossimo 14 settembre, finalmente ripresosi dopo l’intervento alla spalla che lo ha tenuto ai box per più di due mesi, ridiamo il bentornato a D.D.Verni e al suo omonimo progetto. Un nuovo disco con il quale il bassista della thrash metal band americana ci offre una seconda testimonianza della sua passione primordiale nei confronti del punk rock.
Come disse in sede d’intervista, in occasione del precedente “Barricade”, ad indirizzare i suoi futuri gusti musicali furono infatti, oltre a Kiss e Black Sabbath, band come i Ramones, i Sex Pistols o i Dead Boys. Nomi che hanno fatto la storia del genere, ai quali il nostro Carlo Verni (di chiare origini italiane) ha voluto rendere nuovamente omaggio, regalandoci, in compagnia dell’amico Jason Bittner (da sette anni batterista degli Overkill), quarantacinque minuti in cui spensieratezza, strafottenza e divertimento la fanno da padroni, da cima a fondo, dalla prima e letterale “Lunkhead” sino alla conclusiva “Victoria”.
E se in “Barricade” svariate venature di stampo heavy si insinuavano ancora qua e là, nel qui presente “Dreadful Company” lo spirito che aleggia lungo le undici tracce mantiene i contorni di un sound da gozzoviglia, caciarone e stradaiolo, mischiando a dovere punk, rock ed elementi pop a rendere il tutto ancor più accessibile. Fattori essenziali, riconducibili anche al timbro vocale dello stesso D.D., roco al punto giusto, e, di fatto, al suo modo di essere: dietro quella sua immagine taciturna e schiva, perimetrata dallo spigoloso strumento sfoggiato nella sua band principale, si nasconde una persona eclettica e spiritosa, come dimostrano del resto i suoi passati progetti extra Overkill, da The Bronx Casket Co. ai DD Verni And The Cadillac Band.
Da qui nascono le varie “Cemetery Safari”, “All You Need To Know” – con il suo rimando alla celebre “I’m Believer” – “The Whore With The See Thru Shoes”, dal refrain orecchiabilissimo, e “Wild Horses”, più ragionata e cadenzata. Una sorta di pausa, quest’ultima, prima della rockeggiante “Thanks For The Memories”, raggiante di semplicità, nella quale spicca per intero il versante hard rock del grintosissimo bassista, aprendo così una seconda parentesi di allegria sonora, guidata dal solo obbiettivo di spararci in faccia il gusto di fare musica, trasmettendoci emozioni. Thrash, punk, rock: per DD non vi è alcuna differenza!