7.0
- Band: VEXILLUM
- Durata: 01:07:43
- Disponibile dal: 21/09/2012
- Etichetta:
- LMP
- Distributore: Self
Spotify:
Apple Music:
Dopo l’apprezzato debutto “The Wandering Notes” del 2011 che ha attirato l’attenzione di pubblico e critica e un tour di spalla ai Rhapsody Of Fire, tornano a farsi sentire, con ancora più convinzione, i toscani Vexillum. “The Bivouac” viene questa volta licenziato dalla tedesca Limb Music (sì, proprio la stessa etichetta che tenne a battesimo i Rhapsody Of Fire), label storicamente sempre attenta alle sonorità power e promotrice di band dalle carriere più o meno importanti. E i Vexillum pare abbiano tutte le carte in regola per seguire le orme dei più fortunati colleghi del passato che, con l’aiuto del buon vecchio Limb, sono riusciti a spiccare il volo verso l’olimpo del power metal. Il nuovo nato è, come il suo predecessore, un disco fortemente ancorato alle radici teutoniche del genere, ma con quel gusto per le melodie tipicamente italiano, alla maniera dei già citati Rhapsody e degli Elvenking. A differenza invece del vecchio lavoro, questa volta la band si presenta molto più sicura di sé, tramite un songwriting più efficace e maturo, attento in egual misura alle melodie, alle armonie ed alle atmosfere, queste ultime vero e proprio punto di forza di “The Bivouac”. Le atmosfere musicali create dalla band rapiscono l’ascoltatore e lo fanno viaggiare indietro nel tempo, portandolo nelle lontane terre dei celti o in un qualsiasi villaggio medioevale, facendogli assaporare i suoni e i rumori del vivere quotidiano del tempo. Tra tutte queste melodie folkeggianti trovano spazio anche canzoni tipicamente power (come le prime tre del lotto ad esempio), con doppia cassa a manetta e cori austeri e potenti, che si presteranno benissimo ad essere eseguite dal vivo nell’imminente tour di supporto ai Luca Turilli’s Rhapsody. A parte la robusta ed orientaleggiante “Megiddo” (che ricorda non poco i Maiden di “Powerslave”), buona ma del tutto fuori contesto, i Vexillum confezionano un disco privo di note stonate, magari senza delle vere e proprie canzoni manifesto, ma interessante e consigliato a tutti gli amanti di queste sonorità. La strada imboccata dai toscani è quella giusta: ora occorre solo confermarsi e non perdersi per strada, magari in qualche goliardico bivacco medioevale.