8.5
- Band: VICIOUS RUMORS
- Durata: 00:38:43
- Disponibile dal: 25/05/1985
- Etichetta:
- Shrapnel Records
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1985: il mondo dell’heavy metal è scosso dall’avanzata prorompente e selvaggia del suo figlio più bastardo. Nell’arco di dodici mesi, infatti, il thrash metal sgancerà una mole indefinita di bombe sonore, storiche, divenute nel tempo seminali, riuscendo ad abbracciare più di un continente, a celebrazione e testimonianza di una globale thrashmania. Da “Hell Awaits” degli Slayer, rilasciato proprio nel mese di marzo di quarant’anni fa, ad “Infernal Overkill” dei Destruction, da “Seven Churches” dei Possessed (antesignano del futuro death metal) a “To Mega Therion” dei Celtic Frost sino a “Spreading The Disease”, datato dicembre 1985, fu un’autentica mitragliata che a livello quantitativo (e anche qualitativo se vogliamo, se non fosse che l’anno successivo sarebbero arrivati “Master Of Puppets” e “Reign In Blood” a sbaragliare la concorrenza) non avrebbe avuto repliche negli anni a venire.
Bene, tra tutte queste mattonate ci fu anche chi cercò la sua fetta di gloria mischiando un po’ le carte, unendo la rocciosità heavy, la melodia power e la rabbia thrash, con un pizzico di epic e una sana dose di prog, ad inscatolare così una poliedrica dinamite d’acciaio. Un esempio perfetto di power metal americano, del suo lato più pesante, confinante con lo speed’n’thrash.
Ci troviamo nella California settentrionale, guarda caso nella Bay Area, culla epocale di moltissime thrash metal band: ed è in questa zona che il chitarrista di origini hawaiane Geoff Thorpe lancia la prima invettiva della sua band, i Vicious Rumors. Con lui, per quella che sarà una line-up unica (nel senso letterale del termine), Gary St.Pierre alla voce, Dave Starr al basso, Larry Howe alla batteria ed un certo Vinnie Moore alla seconda chitarra. Quintetto base per una miscela di forza e qualità che si riversa nel qui presente “Soldiers Of The Night”, disco d’esordio e campanello d’allarme per ciò che sarebbe definitivamente esploso tre anni più tardi con “Digital Dictator”. Definito, quest’ultimo, come l’apice della carriera dei Vicious Rumors, ci sembra quantomeno doveroso rendere omaggio al primissimo vagito della band statunitense, ponendo egregiamente le basi del sound che l’avrebbe accompagnata lungo una carriera costellata, purtroppo, da infiniti cambiamenti di formazione. Un elemento, che se da una parte non è mai riuscito ad interrompere il flusso di musica elargito da Thorpe e compagni, dall’altra, non ha certo garantito quella fondamentale continuità di line-up necessaria per tentare la via di un maggior successo.
Torniamo a “Soldiers Of The Night”, album, tra le altre cose, celebrato in toto lo scorso anno nel corso dello show tenuto dai Vicious Rumors in quel di Bologna. L’inizio, pur trattandosi di un semplice intro, è semplicemente perfetto e con un stacco intriso di grinta e melodia, ci porta nel bel mezzo di una strada californiana. Ed è su questo asfalto rovente che si scatena il rombo di “Ride (Into The Sun)”, apripista folgorante del disco: l’accoppiata armonica delle due chitarre unita all’incedere totalizzante della sezione ritmica segna il passo dell’intero brano, nel quale è lo stesso St.Pierre a lanciare i suoi personalissimi acuti, non troppi aggraziati ma con quella strafottenza alla Dee Snider che li rendono ficcanti e completi. Un pezzo che mette subito sul piatto l’intera gamma della potenzialità della band; varietà che si manifesta pienamente in tutto lato A dell’album. La successiva “Medusa” è infatti uno degli esempi della coriaceità heavy sopracitata, con il suo refrain corale ad innalzare le strofe più complesse dove il talento di Moore si esalta con magistrale leggiadria.
Si parlava di epicità e la titletrack arriva prorompente con il suo carico da novanta: “Fight, stay alive, In the desert for a day” è l’incipit dei soldati notturni, pronti a combattere per la vittoria e la liberta; grinta che si esalta in tutto il suo ritornello, seguendo la classica matrice degli anni ’80 (quasi da stadio), anticipando l’assolo di Moore prima della seconda ripresa di “Soldiers Of The Night” che va così a siglare il valore leggendario del brano. Tripletta iniziale compatta e definitiva. Da parte sua “Murder” si staglia come una sorta di miscela dei tre pezzi che l’hanno preceduta, abbassando seppur di poco la tensione, in attesa di un altro pezzo storico della band, dal forte impatto emotivo: “March Or Die” racchiude pesantezza e sudore, trasmessi a dovere da un St.Pierre mai fin troppo esaltato; certo il paragone con chi arriverà di lì a breve (Carl Albert) è arduo, ma la sua importanza nel debutto dei Vicious Rumors è fuor di dubbio.
L’aggressività e la velocità di “Blitz The World” apre la seconda parte del disco, ma è con “Invader” che si può apprezzare appieno la classe e la tecnica shred di Moore, autore di un lungo assolo, sulla falsa riga del famoso “Eruption”” marcato Van Halen. Tocco di maestria che viene colpito in pieno volto da “In Fire”: folle e schizzata, testimonia come la band di Thorpe fosse in grado di toccare più corde metalliche senza perdere incisività e cattiveria. Molteplicità stilistica presente anche nell’oscura ballad firmata “Domestic Bliss” dove è ancora una volta Moore ad alzare la cresta, lasciando quindi spazio alla conclusiva “Blistering Winds” il ruolo di certificare la portata power/speed/thrash di un gruppo che, forse ingiustamente, non ha mai trovato la giusta consacrazione.
E’ rimasta invece la possibilità di andare nuovamente a vederli, e le quattro date italiane previste per il prossimo maggio sono da cogliere al volo.