6.5
- Band: VIOLENTOR
- Durata: 00:36:02
- Disponibile dal: 10/07/2015
- Etichetta:
- Go Fuck Yourself Productions
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Tre album in quattro anni:il tabellino di marcia sostenuto dai toscani Violentor fino ad ora segna una certa urgenza che ben si manifesta effettivamente nella musica dei Nostri, ascrivibile ad un metal stradaiolo e graffiante che ha assunto nella breve discografia del gruppo differenti interpretazioni di generi: “Violentor”, smaccatamente thrash nella musica e nelle tematiche, si è rivelato come un avvincente debut album, fresco ed irriverente al punto giusto, differenziandosi in parte dalla vena più cupa del successivo “Rot” e dal suo avvicinamento a soluzioni ed intenzioni ben più estreme. In tale senso, “Maniacs” presenta una formazione più inserita all’interno di questo contesto, grazie anche sicuramente al cambio dietro le pelli che ha rinforzato non poco l’impatto generale sprigionato dalle canzoni. L’inserimento di distinte parti in blast beat (“Power Of Lust” come esempio), aggiunge poi sfumature inedite alle composizioni, alzando nettamente il tiro generale rispetto al recente passato dei Violentor. Una terzina come “Schizophrenic Paranoid”, “Sign Of The Cut” e “Cunts Must Die” infatti, posta in chiusura, fomenta l’ascoltatore proprio sul più bello giocando le sue migliori carte disponibili. Rimane tuttavia presente ed anzi rafforzato, quasi con ostinazione, l’attaccamento allo speed, all’heavy, al thrash più sanguigno e primitivo che rappresenta il codice genetico elementare su cui si basa il songwriting stesso del terzetto. “The Great Deceiver” e “The Rejection” lo dimostrano con i fatti nudi e crudi, presentando inesorabilmente alcuni clichè di forma sinceramente evitabili, nonostante sia pur vero che questi elementi rendano ogni canzone abbastanza riconoscibile e facilmente memorizzabile, soprattutto all’altezza dei ritornelli, pensati per essere cantati a squarciagola durante le esibizioni live, vero habitat naturale per la band fiorentina. La complessità media dei pezzi, anche se ci troviamo al cospetto di un terzo lavoro discografico, rimane sempre su livelli di sufficienza “politica”, nel senso che, per quanto coinvolgenti e solidi nella scelta di riff e ritmi, ci saremmo aspettati a questo punto qualche tipo di scelta diversa e più stratificata, oltre alle “solite” bordate tutte muscoli e poco cervello. In definitiva comunque, “Maniacs” ci consegna la migliore versione per ora sentita dei Violentor, realmente affiatati e dotati di un’energia che riesce a manifestarsi vibrante persino attraverso i solchi dell’album; forse un pelo di attenzione in più in fase di composizione e una maggiore cura dei dettagli avrebbe potuto esaltare ulteriormente il risultato finale, ma senza inerpicarsi in eccessive speculazioni filosofiche, diciamo che “Maniacs” è un album Metal al 100%, con tutti i pro ed i contro del caso.