8.5
- Band: VIPER
- Durata: 00:34:39
- Disponibile dal: 10/10/1989
- Etichetta:
- Eldorado
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A distanza di due anni dal buon debutto “Soldiers Of Sunrise”, il 10 Ottobre del 1989 i brasiliani Viper riescono a dare alle stampe “Theater Of Fate”, disco che segna un deciso cambio di rotta rispetto all’esordio. Nonostante anche quest’ultimo sia un lavoro che poggia le proprie fondamenta su sonorità di stampo classic metal, le componenti orchestrali e sinfoniche derivanti dalla musica classica sono piuttosto chiare ed evidenti in questi nuovi otto brani che vanno a formare un lavoro ambizioso e di grande eleganza. I Viper si muovono a proprio agio su territori ancora inesplorati per quei tempi, dimostrando non solo una classe fuori dal comune, sia dal punto di vista compositivo che in quello esecutivo, ma anche una fiducia nei propri mezzi tipica dei veri fuoriclasse. Il netto miglioramento, anche dal punto di vita dei suoni – merito del lavoro svolto col produttore inglese Roy Rowland (Testament, Sabbat, Satan) – è piuttosto evidente fin dalle prime note, quelle di “At Least A Chance” pezzo che esplode forte dopo l’intro orchestrale “Illusions”. Dei veri e propri passi da gigante quelli fatti dalla band ed in particolare dal frontman Andre Matos, che vengono manifestati alla grande durante tutta la tracklist. “To Live Again” scorre via rapida fino al bellissimo solo di chitarra di Yves Passarell mentre arrangiamenti sfarzosi e orchestrazioni di stampo classico fanno di “ A Cry From The Edge” un componimento indimenticabile che dopo un preambolo sinfonico riparte quasi furioso con un Matos energico al microfono. “Prelude To Oblivion” è un capolavoro di musica metal che abbraccia intensamente sonorità classiche, con cori maestosi che vengono ripresi e si alternano alla voce di Andre ; le chitarre del duo Passarell-Machado corrono spedite supportate da arrangiamenti maestosi per un brano che potrebbe essere un punto di incontro tra “Evil Warning” e “Stand Away”, due song leggendarie pubblicate in seguito da Matos con i suoi Angra. Ariosa nelle linee vocali ma rocciosa nel riffing e quasi impetuosa nella sezione ritmica, la title track è un’altra hit del disco in grado di appassionare. Infine “Moonlight”, basata sulla “Moonlight Sonata” di Beethoven, è il primo pezzo ufficialmente scritto da Andre Matos, una ballata orchestrale dal gran pathos che chiude al meglio un lavoro speciale come questo “Theater Of Fate”.
Il disco fu inizialmente pubblicato dall’etichetta brasiliana Eldorado e venne rilasciato due anni più tardi in Giappone sotto la JVC label e un anno dopo anche in Europa grazie alla Massacre Records. Trentraquattro minuti di una bellezza trionfale, “Theatre of Fate” è un disco complesso ma molto fruibile ed orecchiabile, grazie ad un songwriting vivace, merito del talento inesauribile di questi cinque musicisti brasiliani . Purtroppo il destino ha successivamente segnato la fine di questi Viper che hanno continuato la loro strada senza Andre Matos (il quale andrà a formare gli Angra), abbracciando nuove sonorità, ma con questo lavoro la band carioca è entrata di diritto nella leggenda, almeno per quanto riguarda la scena metal sudamericana.