VIRGIN STEELE – Visions Of Eden

Pubblicato il 12/09/2006 da
voto
6.5
  • Band: VIRGIN STEELE
  • Durata: 01:19:30
  • Disponibile dal: 08/09/2006
  • Etichetta:
  • Sanctuary Records
  • Distributore: Edel

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Molti li avevano dati per dispersi, sommersi dal titanismo dei dueprecedenti album, i due pesantissimi capitoli di “The House Of Atreus”ed invece ecco che a parecchi anni di distanza dall’ultima uscita(senza contare ovviamente “The Book Of Byrning” e Hymns To Victory”,raccolte uscite sono per onorare un vecchio contratto) ritornano iVirgin Steele con questo imponente “Visions Of Eden”. In questolunghissimo nuovo lavoro (quasi 80 minuti di musica) David deFeis sfogatutte le proprie passioni, ovviamente a partire dall’epic metal che loha reso famoso, fino ad arrivare all’hard settantiano e al pomp tipicodi band quali gli Angel e a tratti addirittura ai Queen. Gli episodimigliori sono stati astutamente messi ad inizio scaletta, quinditroviamo “Immortal I Stand (The Birth Of Adam)”, epic song che vieneperò guidata dalle orchestrazioni che ormai hanno riempito ognifenditura del suono della band. “Adorned With The Rising Cobra” è senzaombra di dubbio l’episodio migliore, molto vicino ad una tracciacapolavoro come “Emalaith”, tanto per mettere in chiaro la qualitàdella traccia. La successiva “The Ineffable name” si basa su un riffingsettantiano, opera del sempre sublime Edward Pursino, che non può nonriportare alla mente i Rainbow e i Deep Purple. Se l’album per assurdosi fermasse qui, staremo parlano ancora una volta di capolavoro, senzaalcun dubbio. Purtroppo però le restanti otto canzoni esaltano solo asprazzi e anzi, spesso e volentieri, data la durata piuttosto elevata,tendono ad annoiare. Si passa da episodi pessimi quali “When Dusk Fell”e “God Above God” (ballad quasi pop di sette minuti di durata!) adaltri piuttosto ben riusciti, quali l’up tempo “Childslayer” e “AngelOf Death”, classica epic song con un incedere lento ed un crescendofinale davvero ben riuscito. In mezzo ci sono un paio di brani cheavrebbero potuto essere buoni, come “Black Light On Black” e “TheHidden God”. Soprattutto la prima mostra una band pericolosamenteconfusa, tanto da mettere insieme mid tempo epico, accelerazionimanowariane, rallentamenti sinfonici con base di tastiera e cori allaQueen in soli sette minuti. Se avessero legato meglio le parti tra diloro, invece di abbandonare a sé stesso il break melodico centrale,tutto avrebbe assunto ben altro spessore. “The Hidden God” invece è unabuona epic song disgraziatamente rovinata da un deFeis mai così piattoe monocorde. Alti e bassi insomma per questo ritorno di una delle cultband per eccellenza: rimane quindi un po’ di amarezza per quello chepoteva essere, ma allo stesso tempo ritroviamo una band che ha vogliadi fare e che, piaccia o no, ha scelto un percorso che la porterà,crediamo ineluttabilmente, ad allontanarsi sempre di più dai primi,fondamentali album.

TRACKLIST

  1. Immortal I Stand ( The Birth Of Adam )
  2. Adorned With The Rising Cobra
  3. The Inefable Name
  4. Black Light On Black
  5. Bonedust
  6. Angel Of Death
  7. God Above God
  8. The Hidden God
  9. Childslayer
  10. When Dusk Fell
  11. Visions Of Eden
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