8.0
- Band: VISION DIVINE
- Durata: 01:02:15
- Disponibile dal: 13/04/2004
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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Ne è passato di tempo da “Send Me An Angel”, ed in casa Vision Divine non è certo regnata la calma. Dopo lo split di Olaf Thorsen dai Labyrinth, una serie di avvenimenti negativi ha investito questa interessante band: parliamo delle defezioni di Andrew McPauls e Matt Stancioiu prima e, news più recente, dell’abbandono del singer Fabio Lione (insieme ad Olaf, uno dei punti cardine della formazione). Fortunatamente, dopo un breve periodo di assestamento, i Vision Divine sono tornati più forti di prima con nuovi membri, il batterista Matteo Amoroso (ex Athena), Oleg Smirnoff (Death SS) alle tastiere e il talentuoso cantante Michele Luppi. La nuova line-up ha indubbiamente portato linfa vitale molto preziosa alla band e ad Olaf in primis: “Stream Of Consciousness”, a partire dalla copertina raffigurante un angelo rassomigliante il buon Thorsen sembra quasi indicare che la nuova canzone (perché in realtà si parla di un unico brano diviso in quattordici capitoli) rappresenti una sorta di metaforica autobiografia dello stato d’animo vissuto dal chitarrista toscano in seguito a questa lunga serie di stravolgimenti. La nuova musica firmata Vision Divine, pur mantenendo tutti i tratti che hanno fatto conoscere la band in passato, è maggiormente incentrata sulle sensazioni trasmesse; la forte dose melodica che permea i capitoli di questa saga instaura una sorta di barriera con le vecchie produzioni della band. Fulcro di questo cambiamento è senza ombra di dubbio il cantato di Michele Luppi (singer discostante dal più metal oriented Fabio Lione) che non tenta mai di emulare il suo predecessore, anzi sin dalle prime note dell’opener “Secret Of Life” impone alla grande la propria personalità e una serie di influenze tipicamente hard rock (chi ha mai sentito Michele cantare con la sua cover band Mr. Pig sa sicuramente di cosa parlo) riscontrabili su pezzi come “Versions Of The Same”. Non mancano episodi più tipicamente power, come “Colours Of My World” o “Out Of The Maze” (song che ricorda lo stile dei Labyrinth), ma il contributo dei nuovi arrivati li rende molto più personali rispetto ad un genere che pare non abbia più nulla da dire. Come non citare poi Olef Smirnoff? In diversi frangenti il disco trasuda il suo amore per le sonorità elettroniche che, senza mai esagerare o snaturare i brani, conferiscono alle canzoni un aspetto più moderno e attuale. A giudizio di chi scrive, “Stream Of Consciousness” è il miglior disco che i Vision Divine abbiano partorito, una prova del fatto che non sempre vige la legge “squadra vincente non si cambia”; anche se spesso il destino gioca brutti scherzi, rialzarsi in piedi più forti che mai non è certo un’utopia!