voto
8.5
8.5
- Band: VISION DIVINE
- Durata: 00:47:17
- Disponibile dal: 25/06/2007
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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Il quinto disco dei Vision Divine è senza dubbio uno dei lavori più attesi dell’anno. Chi li conosce sa benissimo qual è il loro potenziale ed è quindi ovvio che si aspetti un lavoro coi fiocchi. Niente paura, anche questa volta il sestetto capitanato da Olaf Thorsen ha mantenuto le promesse, sfoderando un altro disco di gran spessore e pronto a spopolare tra gli amanti del progressive-power metal. “The 25th Hour” non è però confinabile solamente in questo settore in quanto trattasi di un lavoro caleidoscopico, ricco di richiami a generi diversi come hard rock melodico, metal classico e thrash, indice di una più che mai fervida capacità compositiva. Rispetto al precedente e buono “The Perfect Machine”, ritroviamo più immediatezza, soprattutto sulle linee vocali, e ritornelli più orecchiabili, proprio come fu per il capolavoro “Stream Of Consciousness”. I richiami a quell’album non finiscono qui ovviamente, visto che “The 25th Hour” è in continuità con esso dal punto di vista delle tematiche, proseguendo mistico il viaggio nei meandri della mente umana, tra introspezione, pazzia e tormento. Il nuovo platter, oltre ad avere un così raffinato approccio lirico, batte sicuramente i suoi predecessori dal punto di vista degli arrangiamenti e dei suoni, questi ancora una volta opera di Timo Tolkki. Anche il cantato di Luppi appare anche migliore che nelle precedenti release, risultando ancor più stupefacente, vario e potente. Il disco si apre con una delicatissima intro piano-voce che viene spezzata dall’irruenza della titletrack. Ecco cosa significa partire col piede giusto, una canzone sostenuta da una ritmica serratissima e che esplode in un ritornello molto power-oriented, seguito poi da uno splendido break centrale dove il bravo cantante sfoggia la sua indiscutibile classe. Si prosegue alla grande con “Out Of A Distant Night (Voices)”, pezzo il cui inizio lascia trasparire qualche influenza maideniana e che cresce fino a sorprendere con un ritornello arioso e di grande presa. Anche in quest’occasione, come spesso in tutto il lavoro, ottimi sono i fraseggi solistici di chitarre e tastiera e la preparazione tecnica della sezione ritmica. Il disco è tutto un susseguirsi di brani di buonissima qualità caratterizzati da melodie vincenti, passaggi riflessivi ed atmosferici e parti più cupe ed aggressive. Ottime “Alpha & Omega”, tanto oscura sulle strofe quanto rilassata ed emotiva a livello del chorus. La velocissima “Eyes Of A Child” mette in luce l’anima più prettamente power dei nostri mentre “The Daemon You Hide” è il pezzo più tranquillo del lotto con aperture dal sapore quasi AOR. Il finale del lavoro non lascia scampo e dopo “The Essence Of Time”, probabilmente il pezzo più particolare e meno immediato dell’album, è la volta della tirata “A Perfect Suicide”, e dell’accoppiata “Heaven Calling/Ascension” con tanto di magistrale reprise di “Identities” da “Stream Of Consciousness”… da brivido. Molto si potrebbe dire ancora a proposito di questo lavoro ma per conoscerlo a fondo la cosa migliore da fare è sicuramente correre ad acquistarlo, ascoltarlo con attenzione e soprattutto con tanto di testi. Certamente, per chi mastica questo tipo di sonorità, una delle uscite migliori dell’ultimo periodo .