5.5
- Band: VISIONS OF ATLANTIS
- Durata: 00:47:18
- Disponibile dal: 22/03/2013
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Stavolta deponiamo le armi. Seguiamo la carriera dei Visions Of Atlantis dall’inizio, e diverse volte se ne è parlato su queste pagine, alternandoci tra feroci (ma meritate) stroncature e timide speranze di vedere un roseo futuro per questa band, ma allo stato attuale i dischi mediocri (per non dire addirittura brutti) stanno diventando veramente troppi per poter sperare ancora in un cambiamento da parte di questa band. Come già dicemmo in occasione dell’uscita dell’EP “Maria Magdalena”, non siamo in presenza di un prodotto ignobile o di musica veramente mal suonata ma, esattamente come succedeva per quel prodotto, anche “Ethera” rimane inficiato da una bassa originalità e da un tutt’ora assente sforzo nel cercare di trovare un punto forte sul quale contare. E’ infatti proprio la mancanza di una peculiarità, di un aspetto che possa definire meglio la musica dei Visions Of Atlantis, quello che non ci permette di parlare di “Ethera” come di un disco veramente riuscito. Ancora, tra i solchi dell’album troviamo una band fin troppo schiacciata nelle anse di un metal sinfonico e gotico che conosciamo fin troppo bene, ancora del tutto nascosta dall’ombra dei Nightwish e ancora non in grado di ritagliarsi una personalità propria basando il proprio sound su contaminazioni magari loro più congeniali, come fecero per esempio Epica o Within Temptation. Questo sforzo, fondamentale, dunque ancora non c’è, e quindi abbiamo ancora un album non del tutto sufficiente, con qualche bella melodia, sollevato da un uso azzeccato delle tastiere e da qualche passaggio di chitarra un po’ pompato, ma che ci offre proprio poco d’altro da segnalare. Qualche novità in realtà la band ha voluto darcela, prima tra tutti l’introduzione di una seconda voce solista, quella del cantante Mario Plank, ma anche qui si tratta di ‘novità’ solo in termine lato, visto che non comportano lo sconvolgimento sonoro di cui la band abbisognerebbe. In questo caso specifico succede infatti che il nuovo arrivato, pur essendo in possesso di una timbrica interessante, non la sfrutti al pieno delle proprie possibilità, rimanendo sempre un po’ in ombra rispetto alla più colorata prestazione della controparte femminile Maxi Nils. Anche l’approccio simil concept alle liriche adottato per questo “Ethera” non risulta molto chiaro e non ci colpisce come dovrebbe, lasciandoci solo un vago sapore epico che aleggia sullo sfondo di una musica appunto ben confezionata ma mai del tutto coinvolgente. Dovremmo forse parlare anche delle singole tracce ma, com’è possibile immaginare a questo punto della recensione, tutte tendono più o meno a somigliarsi, esclusa l’iniziale, carina, “Machinage”, non permettendoci di trovare altri momenti di particolare sollazzo. Insomma, ci stiamo girando tanto intorno, ma in chiusura di questo scritto è anche giusto dire le cose come stanno: i Visions Of Atlantis non si dimostrano ancora in grado di regalarci un album che ci faccia saltare dalla sedia; la loro musica segue sempre le rotaie fin troppo diritte di una musica già fatta (ed esaurita) da altri, rimanendo sempre troppo manieristici e poco coinvolgenti per suscitare in noi sensazioni più forti che qualche sporadico barlume di interesse per alcuni passaggi strumentalmente o localmente ben riusciti.